Postato da www.arteculturaoggi.com [10/06/2015 18:00]
di Romano Maria Levante
Il nuovo libro di Gelasio Giardetti , “L’uomo, il virus di Dio”, continuazione del precedente, “Dio, fede e inganno”, sarà presentato come il primo a Roma, nella sede della UNAR in Via Mercadante il 21 giugno 2015. E’ autonomo rispetto al primo, anche se lo completa, e rappresenta un cambio di passo. Una sorpresa positiva, perché dal serrato rigore critico della parte “destruens”, pur molto interessante, si passa all’analisi creativa della parte “costruens”, l’attuale, che risulta addirittura avvincente come un libro giallo, per quanto possa sembrare anomala questa analogia data la radicale diversità dei temi.

Con la critica puntuale a tanti passi biblici assurti a verità di fede mentre non reggono dinanzi a verifiche razionali, e le constatazioni delle nefandezze della vita individuale e collettiva in antitesi con il proclamato programma divino, il libro precedente rappresentava soprattutto l’esternazione meditata e motivata di sentimenti latenti in ciascuno. Come avviene quando le letture bibliche domenicali suscitano perplessità per il loro contenuto in contrasto con l’immagine misericordiosa del Creatore; e quando le cronache pongono seri problemi sull’effettiva natura dell’uomo, per efferatezze non certo “a immagine e somiglianza di Dio”. Una lettura interessante e stimolante, per l’accuratezza della critica, quella del libro precedente, ma per la sua stessa natura senza sorprese eclatanti.
L’esplorazione rivelatrice
Queste sorprese sono, invece, la sostanza stessa del nuovo libro; si cambia passo, ripetiamo, ma non si cambia verso, per usare un termine di attualità. L’orientamento non è mutato ma ora l’autore non si limita ad attaccare le credenze fideistiche per demolirle, presenta una propria visione personale.
Di sorpresa in sorpresa viene sciorinata una teoria originale e sconvolgente, si direbbe, perché del tutto inattesa e in apparenza improponibile, mentre cattura l’attenzione del lettore come un libro giallo perché ogni passaggio lascia aperti gli sviluppi successivi che giungono anch’essi inattesi e sorprendenti. Il ricercatore che è nell’autore si manifesta ancora una volta con l’accuratezza dell’analisi, questa volta calata direttamente in ambiti scientifici percorsi da uomo di scienza, che riesce a divulgare con chiarezza, ma senza semplificazioni banali, concetti e processi di estrema complessità; e soprattutto a collegarli in una concezione ardita ma solida e coerente basata sull’applicazione inedita di una metodologia appropriata.
Si tratta del cosmo, l’infinitamente grande, e anche dell’infinitamente piccolo, l’atomo e le sue particelle, e degli esseri viventi dai batteri e i virus al corpo umano nella struttura e nei processi fisiologici, con delle inusitate comparazioni che coinvolgono il lettore al punto da farlo sentire partecipe di una assimilazione spericolata e per questo eccitante.

C’è il rigore del ricercatore nell’analisi dei processi nei loro aspetti più strettamente scientifici con dettagli accurati che non appesantiscono la lettura dal momento che ci si sente coinvolti in una “visita guidata” che promette sorprese ed emozioni. E c’è l’audacia dell’esploratore nell’andare di scoperta in scoperta, senza perdere la bussola mantenendo l’orientamento verso un obiettivo ambizioso: dare una risposta ai grandi interrogativi che l’umanità si pone da sempre, chi siamo e qual è lo scopo dell’uomo sulla terra, da dove veniamo e dove stiamo andando. Quesiti atavici sui quali aleggia l’interrogativo supremo al quale l’autore si sente di dare una risposta precisa: esiste un Dio alternativo al Dio trascendente biblico?
Il Dio dei credenti lo ha messo in discussione nel primo libro, ma senza proclamazioni di ateismo. In questo libro dà tutte le risposte ai problemi lasciati aperti, compresa quella sul Dio alternativo. Ma come per un libro giallo o un film poliziesco non sveliamo ora la fine, ma ci accingiamo a raccontare passo dopo passo la sua esplorazione.
La visione cosmologica iniziale
Si inizia con un excursus sulle scoperte di astronomi e scienziati nel corso dei secoli, da Keplero e Galileo a Focault e Newton, fino al grandissimo Einstein, per citare i maggiori, per poi fare un viaggio appassionante nella cosmologia partendo dal “Big Bang” con il quale si ha “il concepimento e la nascita del corpo universale”, definizione non casuale, come vedremo.
Del concepimento si identifica e si misura il momento preciso con il tempo di Plank, quando la forza gravitazionale – che amalgamata alle altre tre forze, l’elettromagnetica, la nucleare debole e quella forte, teneva unito l’atomo primordiale – si staccò dalle altre liberando l’enorme quantità di energia che provocò il “Big Bang”, l’esplosione con relativa “inflazione”, cioè “iperespansione dell’universo” di cui vengono descritti con precisione tempi e dimensioni , nonché i materiali prodotti nel “brodo primordiale”: dai protoni, neutroni ed elettroni dell’atomo, ai neutrini e all’antimateria, che entra in conflitto con la materia risultando sconfitta. Veniamo a sapere che il “primo vagito” è stato registrato nel 1965 dall’antenna radio di Pensias e Wilson captando la “radiazione di fondo” . Nasce il “corpo universale”, è solo l’inizio di un racconto avvincente.

Lo sviluppo di questo “corpo” viene descritto nelle fasi dell’evoluzione del cosmo, con la forza propulsiva – l’energia dei processi di fusione nucleare – e la formazione progressiva degli elementi dopo l’idrogeno e l’elio della fusione: l’azoto e ossigeno, il silicio e il ferro fino all’oro e all’uranio.
E’ il grande teatro dell’Universo con le sue espressioni più spettacolari, la stella supergigante rossa e la supernova, la stella di neutroni e la supermassiccia, i buchi neri, nel processo formativo delle galassie e della Via lattea, in cui tempo, spazio, materia ed energia assumono dimensioni impensabili, rivelate con chiarezza in una cadenza coinvolgente.
Ma è il teatro non solo del “nostro” universo: gli universi paralleli del “Multiverso” proiettano in una dimensione ancora più imperscrutabile, purtuttavia esplorata dalla scienza e divulgata dall’autore nel modo più accessibile. Dalla “schiuma quantistica” l'”eccitazione energetica” fa nascere bolle che, come nelle bolle di sapone, si formano e scompaiono salvo le più consistenti che, nel cosmo, hanno formato altri universi: di qui la teoria del “Multiverso”. Invece, secondo la “teoria M” basata sulle “stringhe” – più piccole dei “quark”, ma con 10-11 dimensioni rispetto alle 4 tradizionali – si formano “membrane” destinate a dilatarsi nell’iperspazio cosmico “simili alla superficie di un mare agitato caratterizzato da altissime onde di energia”, che formano i nuovi universi e il “Multiverso”.
Si tratta delle speculazioni della fisica teorica, che l’autore assimila alla metafisica perché basate su astrazioni matematiche se non filosofiche e fantastiche, indimostrabili come le concezioni religiose. Ma in questo campo non è possibile la verifica sperimentale galileiana che lui predilige, e allora che fare? E perché questa ampia panoramica cosmologica in apertura?
Il metodo analogico: il “corpo universale” e il corpo umano
L’asso nella manica del ricercatore, stretto nella morsa tra spericolate astrazioni e atti di fede, è il “metodo analogico”, che si avvale della verifica sperimentale in campi accessibili per poi applicarne i risultati per analogia a campi altrimenti inaccessibili all’osservazione scientifica. Requisito per applicarlo è la presenza di attributi comuni alle due realtà, per cui i risultati della conoscenza piena e totale della realtà accessibile sperimentalmente possono applicarsi a quella inaccessibile.

Naturalmente attributi comuni non vuol dire uguali, c’è l'”analogia per attribuzione” di elementi dominanti e l'”analogia di proporzionalità” di elementi presenti in misura diversa; e comunque non vi è certificazione ma deduzione logica di proprietà applicabili con ragionevole affidabilità.
E l’analogia, tanto di attribuzione quanto di proporzionalità, l’autore la trova rivelando solo a questo punto il perché della visione cosmologica e il perché della definizione “corpo universale”. In quanto tale, presenta tali analogie ed affinità con il corpo umano, rispetto ai processi fondamentali e nella dovuta proporzionalità con l’infinitamente grande, da poterne esplorare il funzionamento come corpo cosmico in stretto rapporto analogico con quello del corpo umano perfettamente conosciuto nei suoi meccanismi, mentre per il corpo universale moltissimi fenomeni sono tuttora inspiegabili.
Con l’analogia nelle varie fasi della vita dei due “corpi” – concepimento e nascita, crescita e morte – si possono dare le spiegazioni mancanti e definirne il funzionamento, in modo da rispondere alle pressanti domande esistenziali citate all’inizio sul senso della vita, la presenza dell’uomo, Dio.
A questo punto, dalla visione cosmologica si passa a un viaggio appassionante all’interno del “corpo universale” ricostruendone i processi in analogia con il viaggio parallelo nel corpo umano, guidati da tutto quanto la scienza ha potuto scoprire sulla struttura e la fisionomia umana proiettata a livello cosmico interpretando in senso antropomorfo i fenomeni fisici e chimici dell’universo.
Nascita, crescita e decadenza del corpo umano e universale
L’analogia del concepimento e della nascita, per il “corpo universale” trova rispondenza nella Teoria M, del contatto e compenetrazione fisica tra creste ed onde ad altissima energia, quasi l’amplesso del concepimento umano; così la “gestazione”, nel buio e nel silenzio, sempre con tanto di riscontri scientifici.
Così l’autore: “E’ sorprendente, ma sembra quasi che il complesso ciclo della nascita dell’universo ricalchi, nelle sue linee generali, seppure con meccanismi totalmente diversi, l’ancora più complesso ciclo riproduttivo dell’uomo, poiché anche l’embrione umano, il bambino, rimane nascosto ed invisibile all’interno del grembo materno per nove mesi prima di nascere, allorché verrà alla luce emettendo i suoi primi vagiti”. E passa alla spiegazione scientifica di come gli scienziati descrivono la gestazione cosmica, cosa si intenda per oscurità e silenzio nel campo delle enormi masse planetarie e siderali: entra in scena anche il “bosone di Higgs”, la “particella di Dio” che segna la nascita dal nulla della materia.

Altra analogia nella morfologia strutturale, alle cellule ossee del corpo umano che si rigenerano corrispondono le cellule cosmiche, pianeti e stelle, galassie e ammassi di galassie, altrettanto investite da un processo di rigenerazione continuo; e gli spazi interossei che con le ossa definiscono lo scheletro trovano rispondenza nella “materia oscura” ed “energia oscura”, individuate a livello scientifico anche se invisibili, come le parti molli nelle radiografie.
Così si costruisce l’intelaiatura solida del “corpo universale” analoga a quella del corpo umano; il tutto, a livello umano e cosmico, finalizzato alla crescita cellulare e corporea, che segue processi analoghi, con l’accelerazione iniziale del primo anno, poi una nuova accelerazione nella pubertà e quindi un rallentamento fino alla cessazione. Nel cosmo la crescita avviene quando la forza repulsiva supera quella di attrazione, i rapporti tra le due forze sono misurati dalla formula di Einstein, E = mc2, sull’equivalenza tra “materia oscura” o massa, ed “energia oscura” espansiva, il cui equilibrio muta con il predominio dell’energia nella crescita e della massa nella stabilizzazione.
L’alimentazione di questo processo è un’analogia illuminante, viene tratta dall’esterno, per l’uomo dall’ambiente intorno a lui, per il cosmo dall’iperspazio che lo circonda. Il “corpo universale” sarebbe oggi in piena fase di crescita, per la sua età e l’energia posseduta: considerando che ad ogni anno di vita umana corrisponde un miliardo di anni di vita cosmica, il massimo sviluppo si è avuto per il cosmo fino ai 2 miliardi di anni, poi rallentamento fino agli 8 miliardi, dopo di che ulteriore accelerazione quando la forza repulsiva espansiva supera quella gravitazionale che contrae, e con l’accrescimento aumentano gli spazi interstellari, quindi la “materia oscura”.
Il “corpo universale” non dovrebbe sfuggire alla fine biologica che per il corpo umano avviene quando l’invecchiamento delle cellule fa venir meno le funzioni vitali, e a livello cosmico si verificherebbe quando cessa l’ energia e domina la forza di gravità, dando luogo alla “grande contrazione” o al “grande strappo”, come viene chiamata la sua fine da due teorie scientifiche.
Sono analogie che portano all’assimilazione dei processi, quello umano conosciuto, quello cosmico sconosciuto, con una finalità ben precisa: poter decifrare la vera natura e la funzione dell’uomo, minuscolo abitante del pianeta terra, che a sua volta è una minuscola componente del “corpo universale”, sulla base della fisiologia umana ben nota applicata al “corpo universale” ignoto.
Il contagio dai virus umani e cosmici
E qui si passa di sorpresa in sorpresa, l’uomo viene visto come contagio e infezione del “corpo universale”. L’analogia inizia con il batterio della peste che l’autore evoca in una lunga citazione manzoniana e analizza nei suoi aspetti medici e nella storia della diffusione endemica dall’Asia all’Europa. Della “yersinia pestis” si viene a conoscere tutto, trasmissione e incubazione, pericolosità e forza distruttiva, resistenza e riproduzione, ma non è il solo batterio predatore. Anzi, questi sono microorganismi unicellulari autonomi, quindi meno devastanti dei microorganismi parassiti che vengono alimentati e moltiplicati dalle cellule dove si insediano.

Inoltre vi sono batteri con una funzione benefica per l’organismo, come le flore batteriche nella digestione.
I “virus”, invece, sono più deleteri, perché non essendo autonomi introducono il loro Dna nella cellula umana ospitante dove si replicano rapidamente finché la cellula sovraccarica non esplode infettando con miriadi di nuovi “virus” migliaia di cellule, in un processo che se non viene bloccato porta l’organismo al disfacimento per distruzione cellulare.
Fermano il processo distruttivo le cellule del sistema immunitario che riconoscono le cellule contaminate in base alla disposizione proteica diversa da quelle sane e le attaccano per distruggerle, mantenendone la memoria per difese future. Se questa difesa organica non basta, l’uomo combatte i “virus” con i vaccini, come combatte con gli antibiotici i meno distruttivi batteri, ben sapendo che possono nascere nuovi ceppi resistenti tanto alle difese immunitarie quanto ad antibiotici e vaccini. Impressionante l’analisi dell’Hiv, il “virus” portatore dell’Aids, che attende per anni il momento più favorevole dell’attacco, in modo da contagiare con la sieropositività senza distruggere subito l’organismo per non autodistruggersi.
La conoscenza completa di tali processi all’interno dell’organismo umano consente di applicarli al “corpo universale”, considerando che come dimensione l’uomo rispetto a tale corpo ospitante può essere assimilato a un “virus” rispetto al corpo umano. Una misurazione delle loro dimensioni unita ad una formula matematica conferisce rigore a tale analogia.
Il “contagio infettivo planetario” è visualizzato anche ricorrendo a un’immagine da vertiginose altezze che mostra, nelle parole dell’autore, “il nostro meraviglioso pianeta come la sede di uno spaventevole brulichio di piccoli esseri che si muovono rapidamente, grazie a sofisticati mezzi tecnologici, spostandosi da un punto all’altro della superficie terrestre via terra, via aria, via mare, mettendo in atto azioni spregiudicate, violente e immorali per consumare voracemente, gli uni a spese degli altri e senza alcuna limitazione, ingenti quantità di risorse naturali”. Non è dissimile quest’immagine da quelle al microscopio con il brulicare dei “virus” altrettanto voraci e distruttivi.
Né l’azione dell’uomo può ritenersi confinata all’ambito terrestre perché la consapevolezza del rischio di esaurimento delle risorse del pianeta per la propria dissennata dissipazione porta l’umanità già adesso, ma porterà sempre di più in seguito, ad esplorare altri paesi per una possibile colonizzazione, e al riguardo l’autore fa un’interessante ricognizione delle numerose esplorazioni spaziali sempre più ardite che arrivano ai confini stessi della nostra galassia.

A questo punto si vede chiaramente dove conduce l’analogia: oltre al parallelismo nella riproduzione e diffusione, c’è quello ancora più rivelatore del consumo parassitario delle cellule ospitanti fino alla distruzione, e come per il “virus” la cellula ospitante è l’uomo, per l’uomo la cellula ospitante è il “corpo universale”. L’analisi si sposta sui modi in cui l’uomo insidia il “corpo universale” ponendone a rischio la sopravvivenza, visto come un “virus” che propaga l’infezione, dalla radioattività all’inquinamento petrolifero, ai gas serra, e distrugge elementi vitali per il corpo cosmico, dalle risorse ittiche alle risorse ambientali in generale. Ciascuna modalità infettiva e distruttiva dell’uomo assimilato ai “virus” è analizzata nel fatti, fino alla valutazione globale del rischio di contagio infettivo planetario, che va anche oltre il “corpo universale” .
La conclusione è che analogamente all’azione dei “virus” sull’uomo, con la loro moltiplicazione per diffondersi nelle altre cellule fino a distruggere l’intero organismo, l’azione deleteria dell’uomo sul “corpo universale” si sposta dal pianeta terra agli altri mondi rischiando di devastarli fino a distruggerli. Tutto ciò considerando che gli è precluso conoscere i mondi cosmici molto lontani, come al “virus” è precluso conoscere gli stati fisici al di fuori del corpo umano che lo ospita.
Ma il corpo umano si difende dai “virus” con gli anticorpi e i farmaci. E il “corpo universale”? L’autore non fa mancare la risposta, si difende con i fenomeni naturali che derivano dalle stesse azioni scriteriate dell’uomo. Ne daremo conto prossimamente lasciando il lettore in sospeso come avviene nella lettura del libro, anche perché non abbiamo ancora parlato di Dio, della soluzione data al grande mistero che sovrasta lo stesso universo anche per il senso da dare alla vita umana.
Di questo si dirà al termine, dato che nella conclusione si pone a confronto la teoria elaborata dall’autore sull’origine della vita e ciò che sovrintende ad essa, con le altre concezioni cui può essere accostata, dall’evoluzionismo darwiniano al panteismo, fino al creazionismo del Dio trascendente che è la credenza alla quale, da ricercatore di tipo illuminista, intende contrapporre i risultati della speculazione scientifica, non accontentandosi di quella teorica che in questo campo sconfina nella metafisica, ma ricorrendo all’analogia come surrogato dell’impossibile verifica sperimentale galileiana; e ne abbiamo riassunto il percorso logico e le prime conclusioni.
Ci sono tanti motivi di interesse misti a curiosità, e troveremo ancora molte sorprese, essendo questa la cifra caratteristica dell’autore. Questo libro non vi farà dormire, si potrebbe dire mutuando il linguaggio dei libri gialli, tanto più che questa volta si indaga sui misteri più riposti della nostra vita, e gli interrogativi che si pone l’investigatore sono quelli esistenziali.

“Dio, fede e inganno”
Info
Il libro di Gelasio Giardetti, “L’uomo, il virus di Dio”, Arduino Sacco Editore, novembre 2014, pp. 184, euro 19,90, sarà presentato a Roma il 21 giugno 2015 alle ore 17,30 in via Mercadante 16 alla sede della UNAR come è stato per il libro dello stesso autore – di cui l’attuale rappresenta la continuazione e conclusione – “Dio, fede e inganno”, Arduino Sacco Editore, settembre 2013, pp.240, euro 19,90. Sempre di Gelasio Giardetti, “Gesù, l’uomo”, Andromeda Editrice, giugno 2008, pp. 320, euro 18,00. Cfr. i nostri articoli: in questo sito il secondo articolo sul libro attuale ” Gelasio Giardetti, l’uomo e Dio nel corpo universale”, previsto per il prossimo 13 giugno, e l’articolo sul libro precedente “Dio, mistero senza fine in un libro di Gelasio Giardetti” , 2 febbraio 2014; sui fenomeni cosmici, in questo sito l’articolo sulla mostra “Meteoriti e il pianeta visto dallo spazio”, 5 ottobre 2014, e in “cultura.inabruzzo.it” su ” Astri e particelle” , 12 febbraio 2010, su “Visioni celesti”, 26 e 27 maggio 2010.
Photo
Le immagini si riferiscono a uno dei due termini dell’analogia su cui si impernia l’impostazione dell’autore, la parte umana: viene visualizzata alternando le idealizzazioni geometriche dell’armonia vitruviana e quelle artistiche della bellezza con i “virus” distruttivi cui l’uomo viene assimilato, resi nella loro inquietante struttura al microscopio. In apertura, La copertina del libro di Gelasio Giardetti, “L’uomo, il virus di Dio”; seguono, L’ “Uomo Vitruviano” , di Leonardo da Vinci, e Il virus Hiv Aids; poi, La Venere di Milo e Il Virus Aviaria, quindi, Il David di Michelangelo e Il virus Ebola; in chiusura La copertina del libro precedente di Gelasio Giardetti, “Dio, fede e inganno”. Le immagini artistiche sono tratte dai siti, nell’ordine, www.arte.magazine.it, wilkipedia. org, culturabiografieonline.it; le immagini dei virus dai siti rispettivamente wilkipedia.org, vivavoceweb.com, www.jemink.com. Si ringraziano i titolari dei siti citati e delle immagini utilizzate per l’opportunità offerta, e si precisa che il loro inserimento nell’articolo ha mere finalità illustrative senza alcuna necessità e soprattutto senza alcun risvolto economico; ci si impegna, pertanto, a rimuoverle immediatamente su richiesta se la loro pubblicazione non fosse gradita.