Carabinieri, la tutela del patrimonio culturale nel 2018

di Romano Maria Levante

Nella  sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di via Anicia a Roma si è svolto, il 17 aprile 2019, il tradizionale resoconto dell’attività svolta nell’anno precedente  con i risultati ottenuti nel recupero delle opere d’arte trafugate e più in generale nell’attività di tutela svolta a largo raggio. E’ intervenuto il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli,  con il comandante gen. B. Fabrizio Parrulli e il responsabile del Reparto operativo che è entrato nei dettagli dell’attività illustrando anche le operazioni più eclatanti relative ad una  serie di reperti di grande valore storico e artistico esposti nell’occasione in una sala del Comando.

“Musa Calliope” (a sin.) II sec. d. C, e “Diana Cacciatrice” (a dx) fine XVIII sec. (copia)

Siamo tornati  nella sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale per il Bilancio 2018, dopo tanti incontri per la presentazione, oltre che dei bilanci precedenti, dei ritrovamenti e recuperi di importanti opere d’arte. Passano i Ministri  per i Beni e le Attività Culturali, sempre intervenuti nel Bilanci e nei più importanti ritrovamenti, passano anche i Comandanti – ricordiamo nel 2010 il gen. Nistri  divenuto oggi Comandante Generale dell’Arma – ma prosegue  senza sosta la meritoria attività operativa con risultati positivi  per la lunga e valida esperienza maturata che fa dei nostri carabinieri specializzati in questo campo anche degli istruttori per cui è  largamente richiesta dagli altri paesi la partecipazione ai nostri corsi di aggiornamento: nel 2018 sono stati più di 50 gli interventi formativi dall’Europa all’’America del Nord e del Sud, dal Medio ed Estremo Oriente alla Cina; e una quindicina i corsi organizzati in Italia.   

Va aggiunto che da febbraio 2018 due unità di Carabinieri del Comando Tutela sono stanziate in modo stabile, con avvicendamento ogni 4 mesi,   a Baghdad ed Erbil, come supporto all’ufficio dell’UNESCO nella protezione e riordino dei beni cultural dell’Irak, anche attraverso appositi corsi di formazione e una banca dati tipo quella italiana.  Sono i “caschi blu della cultura” istituiti proprio su iniziativa del Ministro Italiano dei Beni e Attività Culturali, che era allora Dario Franceschini

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Rilievo epoca romana

E’ stata realizzata negli anni la “Banca dati dei beni illecitamente sottratti” , quasi sempre risolutiva nell’accertare la presenza nelle aste d’arte internazionali di opere di provenienza furtiva  per procedere al recupero.  L’attività non consiste solo nella pur fondamentale repressione, ma si  opera anche a livello di prevenzione. E non ci si avvale solo degli strumenti a disposizione dell’Arma sul piano investigativo  e di intervento ma si agisce anche sul piano diplomatico in stretto collegamento con gli organi dei ministeri competenti,  oltre al Ministero per i Beni e le Attività Culturali quello per gli Affari Esteri, con le sue  Ambasciate e Consolati e gli addetti alla Sicurezza.

Vicende intriganti da fiction televisiva

Possiamo dire, in modo forse irrituale rispetto all’importanza del tema e al rigore delle azioni, che risulta particolarmente intrigante la dinamica degli avvenimenti, perché evoca “thriller”  con una serie di protagonisti di varia estrazione,  la “suspence” e l’esito finale. Sono veri  e propri “gialli”, spesso originati da  casualità banali che diventano rivelatrici.

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Serie di anfore a figure rosse

Sono  intrecci degni di “fiction” televisive, e a questo riguardo il pensiero torna a una diecina di anni fa allorché nella stessa sede il sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali di allora avanzò la proposta di interessare la Rai a un “serial” su questo tema. Un colonnello del Comando ci  ricordò che c’era stato un “serial” di questo tipo, “Caccia al ladro d’autore”, con Giuliano Gemma protagonista,  appoggiammo  l’idea  tonandoci sopra più volte ma non se ne fece nulla. Ancora una volta la Rai ha perso l’occasione di svolgere effettivamente la funzione di servizio pubblico per la quale riceve  oltre 1,5 miliardi di euro l’anno.

E’ forse l’aspetto più interessante anche di questi incontri, del resto, la lotta tra “guardie” e “ ladri” ha sempre interessato;  e quando dinanzi agli attentati al  patrimonio culturale, che fa parte del nostro DNA collettivo, si riesce a reagire con successo, scatta spontaneo l’entusiasmo, come all’”arrivano i nostri” nei film western.  La diffusione di queste storie, oltre ad appagare le pulsioni positive di ognuno,  è oltretutto  utile perché sapere come vengono trafugati i beni culturali e poi  legalizzati in qualche modo od occultati,  può aiutare l’azione di contrasto. Il canale televisivo sembra essere il più appropriato per la diffusione più vasta, oggi andrebbero aggiunti i “social” .

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Primo piano di un’anfora a figure rosse

 I principali risultati  dell’azione svolta nel l 2018

Cominciamo  con un rapido riepilogo dei risultati i complessivi, precisando come  il Comandante Parrulli  abbia  tenuto a mettere  in evidenza   che “le attività investigative hanno  permesso, nel 2018, di disarticolare numerose associazioni criminali, operanti sia in Italia sia all’estero  soprattutto nel settore dell’archeologia”. E questo ci sembra di particolare importanza, al di là dei dati specifici, perché “disarticolare” vuol dire metterle  nell’impossibilità di agire, così la repressione diventa anche prevenzione per il futuro; sono 5 queste associazioni, di cui 4 operanti in modo truffaldino o nell’archeologia e una nell’antiquariato, composte da 76 persone.

Sino state denunciate circa 1200 persone, di cui 34 arrestate,  i beni  recuperati sono stati oltre 56.000, per un valore di 118 milioni di euro, in linea, aggiungiamo noi, con i 3 milioni di beni recuperati nei 50 anni  di attività del Comando, ricordati dal   ministro Bonisoli  il quale ha sottolineato che al suo insediamento con l’operazione chiamata “Demetra”  furono recuperati 20.000 reperti archeologici siciliani frutto di scavi clandestini, per un valore di 40 milioni di euro.

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Luca e Andrea Della Robbia, “Madonna con Bambino”

La molteplicità dei canali attraverso cui oggi vengono commercializzati i beni culturali ha reso più agevole far passare anche quelli di provenienza illecita, in particolare l’ “e- commerce” e i “social” attraverso il web; ma consente anche forme di controllo da parte dei Carabinieri utilizzando la “Banca dati dei beni illecitamente sottratti” per individuare quelli irregolari pur con le difficoltà dovute alla difficile identificazione in molti casi. Nello scorso anno su circa 24 mila verifiche fotografiche con la banca da sono risultati di provenienza illecita  quasi 7 mila, di cui 4000 beni numismatici, 2000 reperti archeologici e 900 beni archivistici e librari.

A parte i controlli “on lne”  ex post,  è stata svolta un’efficace azione preventiva  monitorando le aree maggiormente a rischio  perché prese di mira in passato, quelle di maggiore afflusso turistico e quelle con vincolo paesistico, in particolare i siti  UNESCO, riguardo ai  beni archeologici, mentre per i beni culturali esposti al pubblico, quindi facilmente asportabili, come i documenti archivistici e i beni librari,  si provvede a  sensibilizzare i rispettivi istituti  perché siano eliminati  i maggiori fattori di rischio  distribuendo agli addetti il  vademecum, “La sicurezza anticrimine nei musei”  predisposto nel 2015. In effetti,  nei musei  un primo effetto positivo si è avuto con la diminuzione dei furti  da 23 a 21, invece nei luoghi di culto, particolarmente esposti, sono aumentati.

Vengono indicate in modo specifico le azioni effettuate  e i risultati ottenuti nei comparti principali, l’archeologia e l’antiquariato, e anche nel contrasto alla contraffazione.

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Opus sectile a mosaico, con serpentino e porfido”, II sec. d. C

Per l’archeologia, l’operazione “Demetra”, di cui il ministro ha citrato i risultati,  ha consentito di porre fuori combattimento “un articolato sodalizio criminale  che, da decenni, operava un indiscriminato saccheggio di aree archeologiche nissene ed agrigentine, destinando i reperti a facoltosi operatori del Nord Italia, consapevoli della provenienza illecita dei beni”: scavi clandestini e “corrieri”  per portarli in Germania,  poi falsari per fittizie attestazioni di provenienza fino all’immissione sul mercato legittimo dell’arte attraverso case d’asta di Monaco di Baviera.

Nell’antiquariato sono proseguiti i controlli sugli esercizi commerciali di settore, ma l’attenzione è stata rivolta soprattutto all’“e- commerce” dove si è riversata gran parte dell’offerta  per i loro minori costi; l’attività investigativa è comunque lo strumento più efficace consentendo di cogliere dei segnali che, seguiti ed approfonditi, portano al risultato.  Che è stato notevole: 12,000 beni recuperati, con un aumento vicino al 60% rispetto all’anno precedente, 530 persone denunciate per ricettazione,  37 opere d’arte recuperate tra cui un dipinto di Guido Reni di grande valore.

La Relazione dà conto delle principali azioni svolte a livello nazionale e in ambito internazionale, precisando anche le collaborazioni fornite da altre istituzioni  in Italia e all’estero.

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“Promissione del Doge Andrea Dandolo e capitolare”, 1262

Le principali operazioni in Italia

Sono una quindicina le operazioni in ambito nazionale riassunte nel Rapporto 2018, è una geografia d’Italia  in cui spicca il centro-sud,  ma è presente in modo rilevante anche il nord.

Particolarmente attivo il contrasto ai falsi, con il sequestro di 302 opere contraffatte di  Guttuso e Fattori, Rotella e Schifano fino a Picasso a gennaio in Campania; di falsi di artisti contemporanei in febbraio in varie regioni del centro-sud, Sicilia compresa;  di falsi di Leonardo da Vinci in aprile nel Veneto e di Cezanne in maggio, di Modigliani in giugno e di Fontana in luglio, tutti e tre nel milanese, di Basquiat in ottobre a Roma e di  De Dominicis in novembre a Roma, Milano e Fabriano

Il contrasto alla sottrazione di  beni archeologici ha avuto un momento importante in febbraio, con il sequestro di oltre 1500 reperti dell’epoca romana, 35 sculture  e più di  2100 monete archeologiche, con altri oggetti ecclesiastici e di mobilio in molte regioni del sud; e in settembre  con il sequestro di 100 beni archeologici di epoca etrusca e romana, più 100 dipinti a Roma.

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Manfredino da Pistoia, “Episodi della vita di Gesù e della Vergine Maria”, sec. XIV

 Sono state denunciate per associazione a delinquere  a maggio 42 persone  in Sardegna,  a novembre 4 persone  a Roma. Milano e Fabriano,  a dicembre 20 persone a Napoli con il recupero, in quest’ultima operazione, di 533 beni per un valore di 8,5 milioni di euro. 

Oltre alle operazioni citate,  con le relative denunce, il sequestro in luglio nel milanese di una scrivania a ribalta con alzata, e denunce in agosto ad Ancona e Rimini, in novembre a Napoli per i furti nel Museo di Villa Livia, all’interno del parco Grifeo.

Sequestri e soprattutto rimpatri di opere nell’attività all’estero

Più di 25 le operazioni nel 2018 in ambito internazionale, attraverso Rogatorie e Ordini europei d’indagine su richiesta del Comando, la collaborazione con le forze di polizia di paesi stranieri, Interpol ed Europol, le autorità giudiziarie estere e la “Law Enforcement Agency”; in molti casi è stata risolutiva  la “diplomazia culturale”  del “Comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali” del MiBAC. Di questa intensa attività citiamo  i risultati.

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Protome gocciolatoio con statua

In gennaio rimpatriati dalla Germania 2 dipinti del XVII sec., valore 100.000 euro,  da  un museo di Copenaghen 155 reperti archeologici dell’VIII-IV sec. a. C., valore 7 milioni di euro, e  da Monaco di Baviera di una statua in marmo di “Afrodite”  del I sec. d.C., valore 350.000 euro.

A marzo sequestrati a Bruxelles 200 reperti archeologici tra l’VIII e il III sec. a. C., valore 900.000 euro, rimpatriati da Londra un dipinto di Reynolds, XVIII sec., e un disegno di Ruggieri, valore 80.000 euro.

Nell’aprile sequestrati in Francia, oltre a Roma e Ancona, circa 800 beni artistici tra 14 dipinti moderni e 62 antichi, 37 reperti archeologici, 622 pietre preziose e 24 monili in oro, valore 8 milioni di euro, inoltre rimpatriati da Basilea una kylix attica a figure rosse del V sec. a. C. e un rilievo ellenistico del II sec. a. C., entrambi con l’immagine di Dioniso, da Lugano 2 anfore a figure nere del VI sec. a. C. e un frammento di “lekano” del VII sec. a. C., valore 700.000 euro.

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“Cinghiale”, Protome gocciolatoio, fine VI sec. a. C.

A luglio la grande operazione “Demetra”, condotta tra  molte città italiane e città britanniche, tedesche e spagnole,  Londra, Monaco di Baviera, Barcellona, Londra,   con il sequestro  di oltre 450 reperti archeologici da scavi clandestini in Sicilia e di 22.000 monete antiche greche e romane, valore 40 milioni; nello stesso mese rimpatriati da Monaco di Baviera e Londra 3 dipinti di  Rubens,  Guercino e D’Antonio, valore 4 milioni di euro.

Siamo a ottobre,  rimpatriati da Bruxelles 100 reperti archeologici tra il VII  e il III sec. a. C., valore 400.000 euro, da Lugano 345 monete greche e romane, 2 fibule, 44 medaglie e un timbro, in bronzo, valore 500.000 euro,  da Monaco di Baviera un dipinto di Pietro di Cosimo, valore 1 milione di euro.

Nel mese di novembre,  rimpatriati da Basilea 4 reperti archeologici, tra cui 2 statue romane, valore 500.000 euro, dagli Stati Uniti  un codice e un foglio in pergamena del XIV sec.,  valore 2 milioni di euro, e numerosi manufatti etruschi, apuli e romani tra l’VIII e il III sec. a. C., valore 3 milioni di euro.

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Statua romana

Infine dicembre, a Emblem, in Belgio, sequestrati oltre 700 reperti archeologici ceramici e miniaturistici, tra il III e il IV sec. a. C., valore 6 milioni di euro.

E importante sottolineare, a conclusione di questa carrellata sull’attività all’estero, che ci sono state anche cerimonie di restituzione a paesi esteri di beni culturali illecitamente sottratti a tali paesi e recuperati dal nostro Comando Tutela. A febbraio restituito presso la residenza dell’ambasciatore belga un dipinto di scuola fiamminga del 1520,  ad aprile nella sede del Comando, restituita all’ambasciatore dell’Iran in Italia una stele funeraria in pietra del VII sec., a giugno, a Palazzo Farnese, restituita all’ambasciatore francese una scultura lignea policroma del XVIII sec., e a Villa Savoia, nella sede della rappresentanza diplomatica egiziana, restituiti all’ambasciatore oltre 190 reperti archeologici egizi di inestimabile valore e 23.000 monete antiche in bronzo e argento.

Si tratta del 2018, quindi non si cita la spettacolare riconsegna, avvenuta nel marzo 2019, al Presidente cinese Xi Jinping, in visita in Italia per la firma del protocollo sulla “Nuova via della Seta”. di circa 800 reperti trafugati in Cina in varie epoche ed esportati illegalmente in Italia, esposti nella sede dell’incontro a Villa Madama e destinati a una mostra in Cina il prossimo anno, nelle celebrazioni del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Una restituzione anche dall’estero all’Italia, in ottobre nella sede dell’ambasciata a Villa Wolkonsky il Ministro britannico per le forze armate ha riconsegnato 2 preziosi reperti etruschi rinvenuti nel Regno Unito.     

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Statua di “Giove”, II sec. d. C. con base colonna

L’esposizione nel Comando  di opere recuperate

In conclusione,  diamo conto della parte spettacolare della mattinata, sono state presentate, in una speciale interessante mostra, le acquisizioni più recenti, fino ai primi mesi del 2019, ciascuna con una sua storia. Ne diamo conto sommariamente..

Il recupero più prezioso è la  “Madonna con Bambino”, bassorilievo di Luca e Andrea  della Robbia”, fine ‘400,  rubato nel 1971a Scansano, paese toscano in provincia di Grosseto. Dopo oltre 40 anni, nel 2013,  i carabinieri del  nucleo fiorentino del Comando Tutela riconoscono l’opera nel catalogo di una importante casa d’aste di Londra,  come venduta a una società americana. E’ uno dei modi più frequenti con i quali avvengono le identificazioni, altrettanto abituali sono le fasi successive: scattano le indagini sulla collocazione dell’opera e viene identificato il compratore, un collezionista canadese, il cui acquisto era avvenuto in buona fede. Di qui due linee d’azione:  la prima giudiziaria,  la Procura della Repubblica nel Tribunale di Lucca emette un provvedimento di “confisca per esportazione illecita commessa da ignoti”, tali infatti sono rimasti i responsabili del furto; la seconda diplomatica,  appositi contatti con il possessore dell’opera, per una restituzione spontanea, sostenuta dal provvedimento di confisca, questa effettuata dall’Ambasciata in Canada, con l’esperto Sicurezza, insieme al Consolato di Toronto. Passano ben 6 anni dall’individuazione, ma almeno il 4 aprile 2019 l’opera è rientrata  in Italia.

 Ancora più indietro nel tempo, nel dopoguerra, trafugato l’ “Opus sectile a mosaico, con serpentino e porfido”, del II sec. d. C.,  nel caratteristico marmo lavorato, faceva parte del pavimento di una delle  navi che Caligola teneva nel lago di Nemi per le cerimonie, rinvenuto nella campagna di scavi svolta dallo Stato italiano nel 1928-32, e collocato nel Museo delle navi romane. Sempre il Comando carabinieri lo ha individuato a Detroit da una italiana ivi residente ed è riuscito a farlo sequestrare  dal “District Attorney” di Manhattan portando prove evidenti della  provenienza furtiva. Anche qui, attenzione e competenza, unita a intransigenza e perseveranza fino al  recupero.

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Statua femminile, II sec. a. C.

Risale al 1949 il furto della pagina in pergamena manoscritta e miniata del 1262, concernente la Promissione del Doge Andrea Dandolo e capitolare dei consiglieri ducali” avvenuto nella Sala diplomatica dell’Archivio di Stato di Venezia, una delle forme di sottrazione sulle quali i Carabinieri del Comando invitano alla vigilanza con il vademecum citato all’inizio. Anche qui  l’individuazione è avvenuta  tra i beni messi all’asta da  Christie’s di Londra il 2 giugno 1999, 50 anni dopo il furto, i carabinieri hanno la memoria lunga…. le prove sono state inconfutabili. Il 12 febbraio 2019 la casa d’aste ha restituito la pergamena che vediamo esposta su un leggio.

L’esposizione di questi ritrovamenti  è ben assortita, nei generi oltre che nelle vicende: Vediamo una spettacolare predella, in tempera su tavola a fondo oro, on “Episodi della vita di Gesù e della Vergine Maria”, sec. XIV, attribuita a Manfredino da Pistoia.  Questa volta nulla di romanzesco, l’opera era stata asportata da una casa privata di Varazze nel 1988 ed è stata trovata in possesso di un noto collezionista canadese, solito acquirente in buona fede; è bastata la negoziazione extragiudiziale attraverso l’Ambasciata d’Italia con la collaborazione dell’Ambasciata dei Paesi Bassi il cui ufficiale di collegamento ha contribuito all’individuazione per ottenere che fosse restituita nel febbraio 2019.

Altro   reperto esposto è la raccolta “Aes Grave” , 75 monete archeologiche  in bronzo fuso. Spiccano sul drappo rosso, ma  a parte questo effetto spettacolare  si tratta della  prima  serie coniata dalla zecca di Roma nel III sec. a. C., molto rara   La Soprintendenza della Capitale ha avvertito  la Procura che erano state trovate da un cittadino queste monete di valore straordinario, lo “scopritore”  ha mentito sulle circostanze del rinvenimento per cui gli sono state sequestrate ed è stato deferito per “impossessamento illecito di beni culturali”. Resta il mistero sulla vera origine, ma l’importante  è che siano state recuperate; e se  il  ritrovamento fosse di chi è stato denunciato per aver cercato di appropriarsene sarebbe una lezione perché ne avrebbe avuto il merito, invece deve pagare l’illecito.

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Busto romano, II-III sec. d. C.

Ed ora le sculture recuperate  che fanno mostra di sé nel lungo corridoio nella sede del Comando.  

Delle  6 sculture esposte, 3  provengono da scavi clandestini nell’Etruria meridionale, portate illegalmente in Svizzera. Sono  una “Statua di Giove”, II sec. d, C. in marmo,  una “Statua di donna”, I-II sec. d. C.in pietra,  e un ”Cinghiale”, fine VI sec. a. Cin terracotta, un “protome gocciolatoio” prezioso  esemplare arcaico di arte etrusca,  Torna l’abilità investigativa, viene fermato a Ginevra, nel Porto franco,  un trafficante italiano di beni archeologico conosciuto dagli addetti ai lavori, dalle fotografie che gli vengono sequestrate si possono individuare questi beni per poi risalire a chi li detiene, un operatore svizzero che si deve arrendere dinanzi alle prove della provenienza illecita e non può far altro che restituirle spontaneamente. ’La via extragiudiziale evita lungaggini, nel novembre 2018 tornano in Italia .

Le altre 3  statue, tutte in marmo e acefale a differenze di quelle appena citate, provengono invece da furti, due in luoghi pubblici nel 2010, “Busto romano”, II-III sec. d. C., trafugato dall’Orto botanico di Roma, “Statua di Diana cacciatrice”, copia di Domenico Caveceppi, fine XVIII , asportata dalla fontana ninfeo di Villa Borghes, resa acefala nella dea e nel cane da ignoti nel 1968 e 1978; la terza statua romana, “Musa Calliope”, II sec. d. C., era stata rubata nella casa romana dell’attore-regista  Roberto Benigni. Furono  tanti i furti di quegli anni tra Villa Borghese e Villa Torlonia, Villa Pamphili e residenze private, che la  recrudescenza fece avviare una vasta indagine con intercettazioni e pedinamenti in tutti i sospetti operanti nelle varie fasi dell’illecito nell’arte, tra i presunti mandanti ed esecutori dei furti, i trasportatori e i collocatori sul mercato estero. Risultato, 9 arresti, diecine di denunce, e il sequestro delle  6 statue in Spagna, in una galleria a Barcellona, a seguito dell’intervento della Procura della Repubblica del Tribunale di Roma  con la collaborazione della polizia giudiziaria spagnola. Dopo “la vita è bella”,  per Roberto Benigni un lieto fine.

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Musa Calliope”, II sec. d.C.

Un’idea, soltanto un’idea

Delle principali operazioni svolte con successo, i siti web dei maggiori giornali, e i giornali cartacei locali ne hanno dato conto, spesso con titoli ad effetto, come si vede nel Rapporto che ne dà conto opportunamente riportando i principali articoli pubblicati.  

Questo ci fa venire un’idea: a parte la fiction televisiva in un “serial”  poliziesco sulla “Caccia a l ladro d’autore”, non si potrebbe pubblicare una rubrica fissa che periodicamente desse conto dei furti e dei ritrovamenti e recuperi?  Lo proponemmo nel 2010 al gen. Nistri allora Comandante del nucleo, ma ci limitavamo al sito web specialistico “www.archeorivista.it”  su cui scrivevamo allora.

Ma qualunque sito sarebbe inadeguato  rispetto alla diffusione che andrebbe data a tali notizie.  Allora il pensiero torna ancora alla Rai, aggiungere alla rubrica sui libri una rubrica sui furti e ritrovamenti di opere d’arte. Rientrerebbe a buon diritto nel servizio pubblico che è tenuta ad assicurare e per il quale è remunerata in modo stratosferico, dato che il “canone” attiene solo a questa componente, e non all’intrattenimento da Tv commerciale che costituisce la parte di gran lunga preponderante della sua programmazione. Se poi realizzasse anche la “fiction” di cui abbiamo detto all’inizio farebbe il “plenum”  e saremmo i primi a riconoscerlo. Ma forse non si può avere tutto, però qualcosa sì. 

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“Diana Cacciatrice”, copia Bartolomeo Cavaceppi, fine sec. XVIII

Info

Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Caserma La Marmora, via Anicia, 14 – Roma. Per i precedenti nostri articoli sui recuperi, cfr. in www.arteculturaoggi.com:  2015: “Carabinieri TPC, recuperati 5000 reperti archeologici” 25 gennaio, “Arte e Stato. Le acquisizioni mirate, a Castel Sant’Angelo” 20 ottobre, “Arte e Stato, La galleria di acquisizioni a Castel Sant’Angelo” 25 ottobre, “Arte e Stato: anche l’arte orientale a Castel Sant’Angelo” 30 ottobre;  2014 , “Caligola, la statua e non solo in mostra al Vittoriano” 8 giugno;  2013: “Archeologia, capolavori recuperati a Castel sant’Angelo” 27 luglio, “Urne etrusche, 24 recuperate con 3000 altri reperti” 21 luglio,  “Arte salvata. La mostra nel 150° dell’Unità d’Italia” 1° giugno. In www.archeorivista.it e www.antika.it, 2012:  “ I Carabinieri del Comando Tutela recuperano 3 statue e 200 reperti archeologici negli USA” 12 gennaio; “Roma. I  Carabinieri del Comando Tutela recuperano 200 reperti” 12 giugno;  2010: “Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: nel 2010 successi da fiction Tv” 15 febbraio, “Due Vanvitelli e un Dughet recuperati dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale” 9 luglio (i due siti web appena citati sull’archeologia non sono più raggiungibili, gli articoli saranno trasferiti su altro sito, sono comunque a disposizione).

Foto

Serie di anfore a figure rosseSerie di anfore a figure rosseLe immagini sono state riprese da Romano Maria Levante nella Caserma La Marmora alla presentazione del Bilancio 2018, si ringrazia il Comando Carabinieri, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. In apertura, “Musa Calliope” (a sin.) II sec. d. C, e “Diana Cacciatrice” (a dx) fine XVIII sec. (copia); seguono, rilievo epoca romana e serie di anfore a figure rosse; poi, primo piano di un’anfora e a figure rosse, e Luca e Andrea Della Robbia, “Madonna con Bambino”; quindi, “Opus sectile a mosaico, con serpentino e porfido”, II sec. d. C, e “Promissione del Doge Andrea Dandolo e capitolare”, pergamena, 1262; inoltre, Manfredino da Pistoia, “Episodi della vita di Gesù e della Vergine Maria”, predella sec. XIV, e Protome gocciolatoio con statua; ancora. “Cinghiale”, Protome gocciolatoio, fine VI sec. a. C., e Statua romana; prosegue, Statua di “Giove”, II sec. d. C. con base colonna, e Statua femminile, II sec. a. C.; infine, Busto romano, II-III sec. d. C, “Musa Calliope”, II sec. d.C., e “Diana Cacciatrice”, copia Bartolomeo Cavaceppi, fine sec. XVIII; in chiusura, “Aes grave”, 75 monete archeologiche in bronzo fuso, III sec. a. C.

“Aes grave”, bronzo fuso, 75 monete archeologiche romane, III sec. a. C.

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19 risposte su “Carabinieri, la tutela del patrimonio culturale nel 2018”

  1. Dopo essere venuto a conoscenza di questo nuovo sito su cui continuare a studiare sulle notizie che l’Autore Romano Maria Levante offre con i suoi servizi su mostre d’Arte ed eventi culturali con grande professionalità, percepibile da subito e che insegna a leggere per apprendere e ottenere, quindi, cultura.
    Ho scelto dopo varie carrellate il tema “Carabinieri, la tutela del patrimonio culturale nel 2018” senza una motivazione particolare guidata, forse, dalla mia attività lavorativa di Funzionario comunale.
    Ho detto di “studiare” e di “insegnare” a l’ho fatto, invece, con cognizione per la convinzione maturata proprio nel modo di leggere che suscita questo autore con i suoi servizi, che vengono assimilati per come sono proposti.
    In tanti anni di miei commenti a questo autore ma, anche come sistema mio di manifestare, comunque, il mio pensiero l’ho espresso partendo dal fissarmi prima dei concetti per analizzarli meglio.
    Però mi sono ricreduto nel senso che nel manifestare il mio pensiero è meglio invitare a leggere ciò che gli autori pubblicano cercando semplicemente, non di giudicare ma di esprimere ciò che suscitano personalmente.
    Cero che con questo comportamento eviterò anche di annoiare, lasciando sempre a ciascuno anche la possibilità di ignorare il mio dire, su cosa penso o sento nell’intimo, senza pregiudizi e con sincerità e correttezza.
    Credo anche di dover dire qualcosa su questo servizio nella sede del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale per il suo grande valore dell’attività svolta in un anno e con tanti risultati ottenuti nel recupero di opere trafugate, con impegno a largo raggio.
    Ben 17 foto da ammirare con altrettante descrizioni appropriate e complete che dimostrano una proprietà di linguaggio inclusivo, chiaro e con scelte lessicali valide.
    Un vero servizio alla Levante, da gustare con affetto, per l’impegno costante offerto, sicuramente con sacrificio mentale e temporale e con gioia culturale personale e dei lettori.
    Un grazie è giusto e va detto!

    1. Ritrovare un lettore attento e sensibile come Francesco Ascani per il nuovo sito è una conquista, tale è l’intensità dei suoi commenti riscontrata anche nell’attuale circostanza. Anzi c’è una novità, questa volta pur non facendo mancare le sue acute considerazioni – motivate e, bontà sua, generose – verso chi scrive, aggiunge una introspezione personale che conferma la profondità del suo pensiero e del suo approccio alla lettura. Non c’è che ringraziare Ascani da parte mia, e poiché mostra interesse al servizio del giugno scorso sul Bilancio 2018 dei carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, mi permetto di segnalare alla sua attenzione il servizio successivo, del 5 luglio, inerente la mostra “L’arte di salvare l’Arte” al Quirinale, per celebrare il 50° anno di attività del Comando, si raccontano vicende intriganti dei recuperi con molte immagini, si incontra anche un professore dell’MIT…
      Romano Maria Levante

  2. When I initially commented I clicked the “Notify me when new comments are added” checkbox and now each time a comment is added I get three e-mails with the same comment. Is there any way you can remove people from that service? Thanks!|

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  6. I do love the way you have presented this particular challenge and it really does supply us a lot of fodder for thought. Nevertheless, coming from what I have personally seen, I only hope when the commentary pile on that people keep on point and not get started on a tirade involving some other news of the day. Anyway, thank you for this outstanding point and although I do not necessarily agree with it in totality, I regard the point of view.

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