Giardini, dall’ “Appuntamento” alle “Armonie” e “Meraviglie” di due mostre d’arte a Roma

di Romano Maria Levante

Giardini, “Appuntamento” in 200 Parchi e Giardini in un’eccezionale apertura al pubblico l’1 e 2 giugno 2019, e due mostre d’arte a Roma, promosse da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i Servizi museali di Zètema Progetto Cultura:  “Verdi Armonie. I Giardini di Roma all’acquerello”, al Museo Pietro Canonica di Villa Borghese, 60 acquerelli di 7 artisti dal 10 maggio al 20 giugno 2019,  a cura di Stefania Severi;  “Il Giardino delle Meraviglie”, alla Casina delle Civette,  50 dipinti con cornici artistiche di Garth Speight  dal12 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020, a cura di Maria Grazia Massafra e Stefano Nissirio, Catalogo Edizioni Athena Parthenos.

“Verdi armonie” n. 1

Un’esplosione di interesse per i giardini con l’”Appuntamento” e con  le due mostre successive, a sottolineare il valore non solo paesaggistico ma anche culturale di quest’eccellenza del nostro paese, in cui vi è anche  l’opera dell’uomo, cui si aggiunge l’arte ispirata dalla natura floreale e arborea. I due primi eventi si sono svolti nel mese di giugno, l’ultimo si svolge dal 12  ottobre 2019 al 19 gennaio 2020.

L’ “Appuntamento” con 200 Giardini e Parchi d’Italia

E’ stata una manifestazione  promossa dall’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI) , che l’ha ideata, e patrocinata dal Ministero per i beni e le Attività Culturali (MiBAC) , con il sostegno della società “in house” Ales S.p.A,, e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS). L’hanno  presentata, nella sede del Ministero, Giovanni Panebianco, Segretario generale del MiBAC,  Mario De Simoni, Presidente e A.D. di Ales S.p.A., Ludovico Ortona e Alberta Campitelli, Presidente e Vicepresidente APGI, con l’intervento di esponenti dell’ASVIS, del FAI dell’Associazione Dimore Storiche Italiane e di due Parchi, di Capodimonte e Montepulciano.

“Verdi armonie” n. 2

L’iniziativa, alla seconda edizione,  ha registrato un aumento del 60% delle adesioni estese a quasi tutte le regioni, quindi è stato generale l’invito al pubblico a scoprire la ricchezza dei nostri giardini e parchi, sul piano storico e artistico, oltre che botanico e naturalistico. Un’offerta allettante,  dato che per la gran parte non sono aperti al pubblico. Dei 200 aderenti citiamo alcuni siti UNESCO,  Villa d’Este e la Reggia di Caserta, i giardini delle Ville Medicee; poi gli Orti botanici, da Palermo e Catania a Torino, da Roma e Genova ai giardini botanici alpini. Giardini di eccellenza in Dimore storiche private, da Villa Tiepolo Passi in Veneto a Villa Reale  di Marlia in Lucchesia, da Villa Imperiale nelle Marche, al giardino della Minerva a Salerno, fino al giardino Portoghesi a Calcata con la visita guidata dallo stesso architetto Paolo Portoghesi.

A latere, iniziative sul tema della sostenibilità ambientale, con lezioni e conversazioni, dato che le visite si sono svolte nella Settimana Europea dello Sviluppo Sostenibile, dal 30 maggio al 5 giugno 2019, e hanno fatto  parte del programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASVIS,  intervenuta alla presentazione. I giardini, del resto, sono il luogo ideale per sensibilizzare  sull’ambiente e la sostenibilità, trattandosi di piccoli ecosistemi che fungono da “sensori” dei mutamenti ambientali.

“Verdi armonie” n. 3

Non solo tutto questo, alle visite guidate si sono aggiunte moltissime attività speciali, dai momenti musicali, come il concerto d’archi al castello Galli della Loggia in Piemonte, ai “percorsi sensoriali”, come quello a Villa Carlotta sul Lago di Como, alle visite serali straordinarie, come quella con “lucciolata” nella Villa Annoni a Cuggiono e nella Casa del Bosco, e quella  notturna all’Orto Pellegrini Ansaldo delle Alpi Apuane per scoprire le orchidee spontanee. E laboratori, degustazioni e yoga, fino alla novità del “contest” fotografico “Il Giardino racconta: immagini di un universo verde”,  hashtag “#appuntmentoingirdino”, aperto su Instagram, a chi ha voluto  raccontare per immagini le due giornate, con al centro i giardini e la gente coinvolta nelle manifestazioni.

I “Giardini di Roma all’acquerello”  di 7 artisti al  Museo Canonica

Dall’”Appuntamento” alla mostra “Verdi Armonie. I Giardini di Roma all’acquerello” il passo è breve, dalla visita diretta alla visione attraverso l’interpretazione artistica. La mostra  è stata ideata e realizzata dalla Cooperativa Sociale Apriti Sesamo secondo l’intento della curatrice Stefania Severi di creare un giardino fantasioso in un luogo molto particolare e prestigiosoo, il Museo Pietro Canonica all’interno di Villa Borghese, di cui un tempo era il “gallinaro”, prima di essere ceduto all’artista per il suo museo. E’ come far entrare l’esterno all’interno, de Chirico dipingeva  gli alberi all’interno delle stanze, in questo museo tra le grandi sculture che riempiono le sale sono state create delle “enclave” di acquerelli  che portano il verde della natura tra i marmi dello scultore.

E’ indescrivibile la sensazione che si prova per questo accostamento tra l’imponenza delle grandi sculture monumentali e la leggerezza degli acquerelli, con i piccoli bassorilievi e le sculture di minori dimensioni ad accostare e  collegare idealmente due mondi agli antipodi. L’occasione è imperdibile per visitare, nel passare da una “enclave” di acquerelli all’altra,  anche  il Museo Pietro Canonica, veramente spettacolare, fino al suo atelier con gli strumenti e le opere “in fieri”.

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“Verdi armonie n. 4

Per le “Verdi Armonie” dei Giardini di Roma, i  7  artisti espositori  hanno usato l’acquerello nella tradizione del “Grand Tour”, come i  visitatori  di oltralpe che adottavano questa  tecnica per i piccoli quadri-ricordo in cui fissavano le loro impressioni, il pensiero va a Goethe che nel suo viaggio in Italia ne realizzò molti. La Severi la definisce “una tecnica ‘fresca’, ricca di trasparenze e per questo particolarmente adatta a cogliere le peculiarità dei giardini, le trasparenze delle acque delle fontane, la vibrazione riverberante tra cielo e fronde”.  Ed è proprio questa “vibrazione” che accomuna le opere esposte, pur nelle evidenti differenze nello stile e nel contenuto.

“Verdi armonie” n. 5

Le “vibrazioni” dei giardini che si sentono  nelle “enclave” di acquerelli riguardano  Villa Borghese e Villa Sciarra, Villa Doria Panphili e Villa Carpegna, tutte  ville romane, il polmone verde della Capitale, patrimonio naturale di grande valore. Villa Borghese è la maggiore ispiratrice degli artisti espositori, e questo accresce l’interesse per i suoi conoscitori,  perché sono  portati a  riconoscere gli angoli raffigurati, per poi individuarli in una passeggiata alla scoperta del motivo ispiratore. “Sarà una vera  e propria ‘caccia al tesoro’ — è sempre la Severi – perché le architetture, le statue, le fontane  e il verde di Villa Borghese, così come degli altri giardini di Roma, costituiscono un ‘unicum’ di grande fascino e bellezza”. Tutto questo viene rappresentato e fatto rivivere, non solo la vegetazione, ma anche gli insediamenti monumentali, negli scorci presentati  dagli artisti con una  notevole varietà di scelta. E non si pensi a riproduzioni meramente figurative di tipo fotografico, tutt’altro: gli scorci sono spesso arditi, in una trasfigurazione della realtà pur nella fedeltà all’ispirazione, sorprendente quanto intrigante. Sono visioni per lo più sfumate, come si addice all’acquerello, raggruppate in multipli nei quali risalta l’armonia cromatica e compositiva, sono tutte delle mirabili, coinvolgenti “Verdi armonie”.

I 7 artisti sono romani,  come Raffaele Arringoli e Sergio Mattioli,  Emanuela Chiavoni, Fausta d’Ubaldo; altri dal Nord  trasferiti   a Roma,  Gabriella  Morbin da Vicenza, Luisa Saraceni da Padova, Silvano Tacus da Bolzano. Tutti appassionati della pittura ad  acquerello e impegnati direttamente, Arringoli e la Saraceni ne sono  diventati docenti, la D’Ubaldo è stata allieva del Maestro Pedro Cano, Macchioli autodidatta  attirato dalle trasparenze di questa forma pittorica, la Morbin da “industrial designer” ad insegnante e artista, Tacus progettista di Musei.

“Verdi armonie” n. 6

Diverse interpretazioni di un tema comune: per il parco dove ha sede il Museo Canonica, tra le opere intitolate  “Villa Borghese”  citiamo  il piccolo acquerello 20 x 20 con il sottotitolo  “Viale Canonica”, il bianco dei plinti con sopra i vasi spicca sul verde scuro dello sfondo, come per l’acquerello sottotitolato  “Fontana dei cavalli” di Silvano Tacus, 51 x 32, mentre Sergio Macchioli con “Merridiana” , 39 x 51, ci dà un primo piano dello spaccato a metà di una trabeazione e  Luisa Saraceni, con “Villa Borghese”, 35 x 25, senza sottotitoli  presenta una statua imponente e insieme coinvolgente, con l’alto fusto di un albero a fare da contraltare naturale all’opera dell’uomo.

Citiamo degli altri tre artisti espositori due opere intitolate “Villa Pamphilij”, Emanuela Chiavoni sottotitola “Il vuoto”, 30 x 72, un suggestivo “negativo”di due grandi alberi, che diventano i fantasmi di sé stessi, e Gabriella Morbin, senza sottotitolo, con il suo “Villa Panphilij” 57 x 115, abbina allo scorcio sfumato di un edificio due alberi uniti, con un effetto suggestivo. Di Raffaele Annigoni, il viale dove si trova il museo.

“Verdi armonie” n. 7

Per “Villa Celimontana” , con il sottotitolo L’obelisco”, 37 x 56, Fausta D’Ubaldo presenta il monolite svettante su uno sfondo di alberi stilizzati, in un contrasto di forme e di luci-ombre.

E’ solo un’opera per ognuno degli artisti che ne espone una serie, un campione che intanto  fa conoscere la loro personale visione della villa prescelta. Loro stessi, fatto straordinario e meritorio,  si sono avvicendati nei mesi di maggio e giugno come docenti nei “corsi di acquerello per adulti”,  che si sono svolti nei luoghi di Villa Borghese scelti di volta per i partecipanti,  20 per volta, cui veniva chiesto di prenotarsi allo 060608 e presentarsi con scatola di colori e fogli per acquerello, pennelli e matita con il supporto per dipingere all’aperto, più contenitore e bottiglia per l’acqua. Visita alla mostra e poi all’opera gli acquerellisti in erba… è il caso di dire. Il tutto completamente gratuito, è stata un‘occasione eccezionale e imperdibile.

“Verdi armonie” n. 8

“Il Giardino delle Meraviglie”  di Garth Speigh, alla Casina delle Civette

Dai giardini romani interpretati dai 7 acquarellisti italiani alla visione della natura nella sua essenza pittoresca e suggestiva, nella mostra organizzata dall’Associazione Culturale Athena Parthemos con il patrocinio dell’Ambasciata del Canada, fiori, boschi e uccelli interpretati dall’artista canadese Garth Speigh, in modo molto personale.

Non riproduce la realtà, ma la trasfigura innestando sulla visione ispirata dalla natura del suo verde paese gli stimoli ricevuti dalla vista dei mosaici e delle vetrate, delle ceramiche  e dei tessuti, delle pale d’altare e delle dorature  nei suoi viaggi in Europa e soprattutto in Italia “alla ricerca  della ‘sua’ bellezza”, commenta la curatrice Stefania Severi,   “quasi un viaggiatore del Grand Tour”. E aggiunge: “Guardiamo dunque le opere di questo artista per ritrovare in esse una concezione di natura bella ed eternamente presente che non subisce i colpi né del tempo storico né del tempo naturale, ma che è lì per noi, per farsi ammirare come, parafrasando D’Annunzio, favola bella che ieri illuse ed oggi continua a illudere”.

Garth Speight, Ninfee”, 2008

E’ lo stesso senso di eternità dell’ideatore e, ai suoi tempi, abitante della Casina delle Civette, Giovanni Torlonia, un accostamento che risulta evidente guardando, osserva la Severi,  “la vetrata degli ospiti della Casina per ritrovare gli stessi fiori e gli stessi uccelli dipinti dall’artista e, raffrontando dipinti e vetrate, constatare l’identità del blu”. Vediamo tre opere che ha creato in occasione della mostra, ispirandosi a questo luogo speciale, in un certo senso fatato. Nella prima, “Villa Torlonia. Casina delle Civette”, l’accostamento è diretto tra l’albero con il tronco diviso in due, svettante in alto nel superare in altezza la cuspide della Casina, e il  suo caratteristico corpo sporgente  con le sei grandi finestre, quasi una  sfida tra l’opera dell’uomo e quella della natura. 

Mentre  è un’immagine di fiaba in “Casina delle Civette”  l’edificio con le sue finestre e i suoi  tetti  con le guglie e trabeazioni, che appare come in una magia dietro una cortina di bambù, in una straordinaria compenetrazione nella natura. C’è anche “Il boschetto di bambù di Villa Torlonia”, quasi evanescente come in un ritorno onirico, con “Bambù”,  un primo piano, quasi un “blow up”. Nello “Scorcio di Villa Torlonia”, dalla cortina di bambù si passa alla cortina alberata che copre con il folto delle chiome i piani superiori, tra i bagliori rossi mescolati alle fronde  nell’incendio di un tramonto altamente spettacolare.  

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Garth Speight, “Scorcio di Villa Torlonia”, 2019

Siamo nel 2019, queste visioni d’incanto testimoniano l’ispirazione quanto mai intensa e la creatività dell’artista  nel nuovo viaggio in Italia. In “Magia del  Palatino di notte”   si intravedono i contorni monumentali dietro una fila  di alberi stilizzati  che lasciano ampi spazi al blu cobalto del cielo notturno, è del 2007, precede le magie di Villa Torlonia di 12 anni, creando un’atmosfera altrettanto suggestiva. L’altro curatore, Cesare Nissirio, afferma che l’artista “da sempre abituato ai paesaggi verdi delle sue terre di origine, il Canada  e la Scozia”, è riuscito a “materializzare lo spirito della Casina delle Civette”,  con  “la mirabile sintesi delle due anime, la sua e quella  romana di Villa Torlonia. La luce romana e quella nordica si affrontano con risultati eclatanti”.

E, più in generale, si può convenire con la Severi che “osservando i suoi dipinti emerge con evidenza che la sua pittura riflette tutte quelle forme di bellezza che, trasfigurando l’elemento naturale, si pongono alla ricerca della perfezione sottesa”, in una visione “meno naturale  e più simbolica” rispetto al  “naturalismo idealizzante” del mondo classico.

Garth Speight, “Iris bianchi”, 2011 (sopra) con
“Fiori selvatici con farfalla”, 2018 (sotto)

C’è di più, “l’artista non propone solo i dipinti – osserva Nissirio – ma anche ciò che li  racchiude, le cornici che lui crea ad hoc  per ogni quadro del quale divengono un tutt’uno”. E sulle cornici Maria Grazia Massafra  ci regala il consueto approfondimento colto, cominciando col definirle “soglie per accedere alla dimensione dell’immaginario”.   E lo spiega citando Josè Ortega y Gasset dalla “Meditazione sulla cornice”: “L’opera d’arte è un’isola immaginaria che fluttua, circondata dalla realtà da ogni parte”. Un’isola, quindi, che  deve essere difesa da ogni sconfinamento. Perciò “la cornice può essere considerata una sorta di finestra, che media il passaggio dal mondo ideale del dipinto a quello reale dell’ambiente che lo circonda”, e in quanto tale ”essa racchiude in sé lo spazio ideale creato dall’artista nel dipinto, separando l’universo statico della pittura da quello reale in continuo movimento”, che quindi non deve invadere il primo. “E’ una sorta di finestra multiforme dalla quale lo spettatore guarda la natura o il mondo soprannaturale creato dall’artista”.

In tal modo le cornici fanno concentrare l’attenzione sulla creazione dell’artista, e dovendo essere coerente  con la raffigurazione al suo interno, la sensibilità e la cura certosina di Garth Speigh per il suo lavoro lo porta a realizzarle  appositamente e personalmente per ciascuna opera sull’onda della  medesima spinta ispiratrice. Con questo intento, sottolineato dalla Massafra: “Le sue cornici, oltre a racchiudere, proteggere e adornare l’immagine raffigurata, svolgono principalmente la funzione di ‘passaggio’ dalla realtà della Natura che ci circonda al mondo immaginario dell’artista, contaminato da sentimenti, emozioni, percezioni”.  Ed ecco il risultato: “Il ‘corpo estetico’, attraverso la cornice, viene isolato e circoscritto in modo che l’irreale dell’artista venga separato dalla realtà.  Il quadro acquista bellezza e suggestione proprio perché viene isolato dal mondo esterno; esso diviene una apertura di ‘irrealtà’ che magicamente, attraverso la cornice, entra  in comunicazione con lo spettatore”.

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Garth Speight “Iris blu”, 2011

Ma come sono queste cornici “uniche”?  Recano intagliati elementi stilizzati in carattere con il dipinto che “decorano”, per lo più in stile “liberty” che meglio si addice alle composizioni floreali, spesso impreziosite dalle foglie d’oro e d’argento  i cui riflessi attirano l’’osservatore;  un “confine” che separa dall’esterno, e nel contempo una calamita che concentra l’attenzione sulla composizione. Lo sguardo è tutto preso dal dipinto, racchiuso in un recinto ornamentale prezioso, la bellezza figurativa viene esaltata ancora di più. Una visione opposta a quella del collezionista Poletti – la cui raccolta è in mostra quasi in contemporanea nelle Gallerie Nazionali d’Arte Antica a Palazzo Corsini” – collezionista che esponeva nella propria quadreria le “nature morte” addirittura senza cornici, come scelta motivata dal desiderio di non sviare lo sguardo dal mare di fiori, frutta e quant’altro spesso su fondo nero che lo fa risaltare.

Di Garth Speight vediamo esposte una diecina di composizioni floreali e altrettante con rappresentati i tronchi d’alto fusto dei boschi, spesso molto fitti e sottili,  piante acquatiche  e uccelli, oltre  alle visioni di Villa Torlonia che abbiamo già commentato.

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Garth Speight, “Iris”, 2018

Cominciamo dai fiori, carnosi come gli “Iris bianchi”, e sfolgoranti come “Iris blu”, entrambi 2011, risplendenti sul fondo dorato come “Iris” 2018, veri fuochi d’artificio come  i “Fiori di Agapanthus”,  2019, esplosivi come i “Fiori di fantasia”, 2018, delicati  come i Fiori di campo”   e i  “Fiori di notte” 2019, questi ultimi anche in una versione intensa con le sole corolle,  misteriosi come i “Fiori selvatici”, nelle versioni con o senza farfalla, 2018; i “Gerani d’inverno”, del 1989, sono gli apripista di straordinaria intensità, con la loro immagine discreta e raccolta.

Nissirio descrive così questa “botanica onirica”  che trasfigura la realtà in un magico artificio: “Foglie stilizzate, longilinee, serpeggiano fra i ‘suoi’ fiori, alcuni veri, ‘rubati’ alla natura, altri, frutto della sua sbrigliata fantasia, costituiscono la maggior parte delle sue creature fantastiche, inventate, ideate, provocatorie, illusorie. Foglie ampie, dilatate, fluttuanti nell’aria o nell’acqua, scompigliano la superficie dei suoi quadri, apparendo come sfondo ad animali idealizzati”, come per i fiori selvatici  e la farfalla.

Le foglie fluttuanti nell’acqua  sono nelle spettacolari composizioni delle due “Ninfee” del 2007,  che la Severi cita a riprova del fatto che “l’idea di eternità serpeggia tra i fiori di Garth”, a differenza di Monet, “che coglie l’attimo di quel riflesso di luce in quell’ora su quella superficie vibrante dello stagno”, un “tempo brevissimo”, mentre “fermo e immoto è lo stagno di Garth in una concezione di tempo infinito e assoluto”.

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Garth Speight, “Fiori di fantasia“, 2018

Poi i boschi, c’è il “Bosco di betulle”  quasi in dissolvenza nella litografia del   2005, visto al tramonto nel dipinto del 2018, l’infittirsi dei tronchi evoca la celebre carrellata del vecchio film russo “Quando volano le cicogne” . Eppoi, “Bosco in primavera”, e “Bosco autunnale” , anch’essi del 2018 in tinte delicate, il primo sul verde incipiente, il secondo sulla ruggine appena accennata delle foglie caduche, seguiti da “Alberi su pendice rocciosa” 2019, quasi in dissolvenza ma con i tronchi ben in evidenza, mentre “Sui grandi laghi canadesi” 2017, il verde intenso delle foglie prevale sui radi fusti dei tronchi. in un terreno cosparso di massi. Nel “Bosco rosso” 2009, invece, i tronchi sono senza vere foglie, ridotte  ai grossi punti gialli in cui si sono trasformati  i grumi di foglie verde-giallo del “Bosco dellle Vestali” 2005, sconfinando nell’astrazione. D’altra parte, come rileva Nissirio, “la sua arte non è riproduzione, ma interpretazione, è un prodotto della mente, della memoria, della sua sbrigliata creatività”.  

E  gli animali?  Vediamo “Uccello” , “Uccelli acquatici” e “Uccelli in uno stagno”, del 2017, “Coppia di uccelli” 2018, stemmi araldici incastonati nel verde nella loro fissità  esternatrice come l’acqua dello stagno.

Ciò che si imprime maggiormente nella memoria del visitatore è il verde brillante delle sue “Ninfee” in gara di intensità con il blu del “lago immoto”;  mentre il giallo dei fiori e dei boschi con gli altri cromatismi delicati fino al rosa antico, il “cipria” e il celeste  definito da Nassirio  “carezzevole”, con il trittico coloristico verde-blu-bianco degli splendidi uccelli, restano come sfondo altrettanto indimenticabile.

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Garth Speight, “Bosco delle Vestali “, 2005

Info

“Appuntamento in giardino”, presentazione alla “Sala Spadolini” del MiBAC, via del Collegio Romano, 27, Roma. Mostra “Verdi Armonie . I giardini di Roma all’acquerello”, Museo Pietro Canonica, viale Pietro Canonica (piazza di Siena) 2, Villa Borghese, Roma, mese di maggio, martedì-domenica ore 10,00-16,00, mese di giugno ore 13,00-19,00, ingresso e corsi gratuiti. Mostra “Il Giardino delle Meraviglie. Opere dell’artista Garth Speight”,   Casina delle Civette, Musei di Villa Torlonia, via Nomentana, 70, Roma, da martedì a domenica ore 9,00-19,00, lunedì chiuso, la biglietteria chiude 45’ prima, ingresso euro 6, ridotto 5, per i residenti in Roma un euro in meno, Catalogo “Il Giardino delle Meraviglie. Opere dell’artista Garth Speight”, Edizioni Athena Parthenos, ottobre 2019, pp. 50, formato 21,5 x 21,5; dal Catalogo sono tratte le citazioni del testo. Per gli artisti citati cfr. i nostri articoli: su De Chirico, in questo sito: 2019, settembre 3, 5, 7, 9, 11, 13. 15, 18, 20, 22, 25, 27, 29;  in www.arteculturaoggi.com: 2016, 17 e 21 dicembre, 2015, 1° marzo,  2013, 20, 26 giugno e 1° luglio; in  “cultura.inabruzzo.it:  2010,  ‘8, 10, 11 luglio, 2009,  27 agosto, 23 settembre,  22 dicembre; a stampa in “Metafisica” e “Metaphysical Art”  n. 11-13 del 2013. Su Monet e gli impressionisti,  in www.arteculturaoggi.com, 2016, 5 febbraio, 12, 18, 27 gennaio; in cultura.inabruzzo.it, 2010, 27, 29 giugno (quest’ultimo sito non è più raggiungibile, gli articoli saranno trasferiti su altro sito).

Foto

Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante al museo Pietro Canonica e alla Casina delle Civette alla presentazione delle due mostre, si ringraziano le rispettive organizzazioni, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. Dalla mostra “Verdi Armonie. I Giardini di Roma all’acquerello”, 8 immagini  corali delle opere degli artisti esposte tra le sculture imponenti di Pietro Canonica, che abbiamo definito “Verdi Armonie”: in apertura “Verdi Armonie” n. 1; seguono, “Verdi Armonie” n. 2″ e “Verdi Armonie” n. 3; poi, “Verdi Armonie” n. 4 e “Verdi Armonie” n. 5; quindi, “Verdi Armonie” n. 6, “Verdi Armonie ” n. 7 e “Verdi Armonie” n. 8; inoltre, dalla mostra “Il Giardino delle Meraviglie. Opere dell’artista Garth Speight”, 8 suoi dipinti con le cornici artistiche: “Ninfee” 2008, e “Scorcio di Villa Torlonia” 2019; ancora, Iris bianchi” 2011 (sopra) con “Fiori selvatici con farfalla” 2018 (sotto), e “Iris blu” 2011; continua, “Iris” e “Fiori di fantasia” 2018; infine, “Bosco delle Vestali “ 2005 e, in chiusura,Uccelli acquatici” 2017.

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Garth Speight, Uccelli acquatici“, 2017

26 risposte su “Giardini, dall’ “Appuntamento” alle “Armonie” e “Meraviglie” di due mostre d’arte a Roma”

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