Creatività, il premio 2012 a 4 studenti, di cui 2 aquilani, alla Biblioteca Nazionale di Roma

di Romano Maria Levante

Alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma una folla festosa di studenti  la mattina del 22 gennaio 2013: nella Sala Conferenze è stato conferito il Premio Creatività 2012 agli allievi di scuole secondarie italiane per i campi in cui questa capacità innovativa si esprime: a Bianca Di Giovanni per l’Opera cinematografica e a Davide Contu per l’Opera musicale, entrambi del liceo classico “D. Cotugno” dell’Aquila; a Chiara Ceccarelli di Cortona per l’Opera della Scultura e arti figurative  e a Forese Crinò di Prato per l’Opera letteraria.

Foto di gruppo dei premiati e altri, al centro la responsabile del servizio organizzatore Maria Concetta Cassata   

Non è facile far rivivere la scena in cui è avvenuta la premiazione per chi non conosce l’ambiente, un vero “campus” di quelli che gli studenti sognano: l’esterno della struttura con la vasta area e i gradoni per la sosta a formare una piccola cavea, i  vasti ambulacri interni fino alla Sala Conferenze con la sua modernissima struttura resa calda e accogliente dal soffitto a lamelle lignee. Ma anche chi conosce la struttura non ha visto le figure scultoree di marca ecologica fatte da sagome di cartone pressato, che segnano l’itinerario verso la sala  dove alle forme umane si aggiungono “installazioni” apposite per ognuna delle opere premiate. Un’idea brillante che ci ha ricordato la mostra in quel giorno ancora aperta –  si è chiusa il  27 gennaio –  alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dove le sagome scultoree di Gino Marotta, in esposizione, erano distribuite su un itinerario che “guidava” il visitatore di sala in sala.  Si trattava di metacrilato dai colori brillanti, laddove qui è stata usata la materia povera del cartone pressato, ma la familiarità ispirata dal percorso guidato era la stessa.

Le autorità e la nostra proposta per L’Aquila

Non solo giovani e arte nella cerimonia, anche autorità a livelli elevati, a partire dal ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Filippo Patroni Griffi, con il sottosegretario per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca e il capo di gabinetto del Ministro per la coesione territoriale, nonché il Direttore della Biblioteca nazionale Centrale Osvaldo Avallone. Con loro i promotori del Premio, la Direzione generale per le Biblioteche, gli istituti Culturali e il Diritto d’Autore con il direttore Rossana Rummo  – in platea il precedente direttore Maurizio Fallace – e la dirigente del Servizio per il Diritto d’Autore Maria Concetta Cassata; e l’ente che ha dato un importante supporto anche mediante il premio in denaro di 500 euro ai vincitori, il Formez con il presidente Carlo Flamment.  Naturalmente erano con i loro studenti i dirigenti degli istituti scolastici premiati ma c’è stata una sorpresa: l’Assessore alla cultura del Comune dell’Aquila Stefania Pezzopane ha voluto accompagnare i due giovani aquilani ai quali sono andati due dei quattro premi in palio, e ha sottolineato esplicitamente questo fatto sorprendente con legittima soddisfazione.

E’ stata una circostanza straordinaria che ha fatto collegare questo risultato alla volontà di ripresa della città devastata dal terremoto del 6 aprile 2009 andando oltre il pur rilevante valore culturale. Di qui la definizione di “emozionante” data dalla Pezzopane alla cerimonia, e la sua affermazione che oltre a mostrare il loro talento, i due studenti premiati esprimono “il coraggio e la speranza dei giovani aquilani per il futuro”.

Al termine l’abbiamo avvicinata e le abbiamo ricordato la nostra proposta di esprimere simbolicamente la volontà di rinascita prendendo a simbolo la scultura  “Vivere insieme”, che ha rappresentato l’Italia all’Expo di Siviglia del 1992: un ragazzo felice a braccia aperte e protese in groppa a un’aquila in volo, rispetto a lui i due giovani aquilani premiati sono cresciuti, ma il senso è lo stesso, quello espresso dalle parole della Pezzopane sopra riportate. L’autrice della scultura fu definita “artista di valore” dal presidente francese Mitterand che le conferì la Legion d’Onore, altra assonanza nella premiazione, è Gina Lollobrigida, che ha trovato una seconda giovinezza dedicandosi all’arte dopo i successi da diva internazionale che non le hanno fatto dimenticare la sua vocazione primaria: un esempio  della spinta dei valori culturali che tornano dopo esperienze pur eclatanti.

Torniamo sull’arte nel parlare dell’Aquila ricordando le recenti presentazioni a Roma del restauro dei due dipinti di Giacinto Brandi, a Palazzo Barberini  il 23 ottobre 2012 con lo stesso assessore Pezzopane, e del progetto per il restauro del santuario della chiesa di Santa Maria della Croce a Roio, finanziato dalla regione Liguria, presso il Ministero per il Beni e le Attività Culturali il 17 gennaio 2013 con il presidente della regione Chiodi. Siamo felicemente a livello di rinascita dopo le commoventi mostre sull'”arte ferita” e il “S.O.S. Abruzzo” tenutesi negli ultimi anni a Palazzo Montecitorio e a Castel Sant’Angelo.

Il premio “Creatività 2012”

Dopo la suggestione aquilana qualche notizia sul premio dalle parole del Direttore generale per le Biblioteche Rossana Rummo che ne ha ricordato l’intento: fornire uno stimolo ai giovani per diventare autori, quindi protagonisti della creazione di un’opera invece di limitarsi ad essere semplici fruitori passivi di contenuti creativi.  E’ un passaggio impegnativo, “il valore del lavoro creativo” finale è notevole, ma prima c’è “la fatica dell’espressione artistica”; in questo modo “attraverso la creazione si possono veicolare le proprie emozioni e i propri pensieri”, cosa importante nel mondo giovanile attraversato da ansie e inquietudini. La Rummo ha inserito anche il tema della legalità, con la promozione della cultura del diritto d’autore nel “Registro pubblico delle opere protette” a tutela dell’espressione artistica che impegna ingegno e anche fatica, perciò  deve essere tutelata.

Il Premio ha anche altri intenti, evidenziati dal presidente del Formez Carlo Flamment: in particolare “è un’occasione per avvicinarsi al mondo dei nostri figli e ai loro desideri inespressi o spesso sopiti; un momento per liberare la creatività e migliorare insieme, imparando dal confronto delle differenze”.  Che i ragazzi abbiano talento e si interessino a forme d’arte come la musica e il cinema è cosa nota, ma il Premio ha fatto emergere un altro aspetto rilevante: “Dalle loro opere emerge una lucida volontà di comunicare le proprie emozioni, con gli occhi curiosi ed attenti tipici dell’adolescenza”.  In altri termini  “la voglia dei ragazzi di ‘esserci’, qui ed ora, cioè in questo mondo con tutte le sue contraddizioni, portandovi slancio, coraggio, e voglia di fare”.  E’ proprio questo il motivo che ha spinto noi a proporre il ragazzo felice proteso verso il futuro in groppa all’aquila, che vorremmo con la maiuscola, come simbolo della rinascita della città ferita con una portata ancora più vasta.

Il concorso era aperto agli “studenti della scuola secondaria di secondo grado (cd. scuola superiore) che abbiano compiuto sedici anni di età alla data di scadenza prevista per la presentazione del Modulo di iscrizione al Concorso”; scadeva il 23 aprile 2012, poi è stato prorogato al 7 giugno. Anche le scuole sono state interessate, infatti ogni studente ha dovuto far vistare e timbrare il Modulo di iscrizione al Concorso dal proprio Istituto scolastico. 

Erano indicate le categorie a concorso, i premi sono stati conferiti per “Opera cinematografica (cortometraggi)” e “Opera musicale”, “Opera di scultura e arti figurative” e “Opera letteraria”.  Oltre al primo obiettivo di “incoraggiare i giovani alle opere d’ingegno” nel bando di concorso era indicato l’altro obiettivo, “far conoscere ed appassionare le giovani generazioni alla ‘cultura’ del diritto di autore”.  Non è un riflusso burocratico come potrebbe sembrare:”il rispetto dei diritti morali e patrimoniali”   viene collegato semplicemente alla creazione artistica mediante il conferimento ai vincitori “di una pergamena attestante la paternità dell’opera e la sua pubblicazione a seguito della registrazione della stessa nel registro suindicato”. Un modo soft per ricordare che il “Premio Creatività 2012”  si svolge all’interno  dell’iniziativa “Registro Pubblico generale delle opere protette dalla legge sul diritto d’autore, una prova in più per la  creatività”, collegando creatività e tutela.  Viene promossa la “Guida al deposito delle opere per la registrazione a tutela dei relativi diritti”, e si dà un esempio con la registrazione delle opere premiate.

Ed ecco ora, “dulcis in fundo”, i premiati, che abbiamo avvicinato ad uno ad uno al termine della cerimonia per farci illustrare ulteriormente le rispettive opere, delle quali avevano parlato nel ricevere premio e pergamena. Sono stati disponibili e brillanti, felici del risultato. Per primi i due studenti aquilani, l’alto valore simbolico del successo da loro ottenuto è stato sottolineato  anche dagli altri intervenuti, non solo dall’Assessore alla Cultura dell’Aquila.

Bianca Di Giovanni  per l'”Opera cinematografica” 

Bianca Di Giovanni per il Cinema e Davide Contu per la Musica

Il capoluogo abruzzese non irrompe con la forza della tragedia, ma entra “In  punta di piedi”,  il titolo dell’opera di Bianca Di Giovanni – del liceo dell’Aquila” D. Cotugno”  – cui è andato il premio  nella sezione “Opera cinematografica (cortometraggi)”. E’ il  clima di tensione seguito al tremendo sisma a fare da sfondo alla scena che si svolge all’aperto, nella zona rossa del centro cittadino. Una “trappola mortale”  in cui i teatri sono stati devastati ma che può offrire un “teatro all’aperto” inedito con le sue piazze e i suoi viali. Sulla scena la ballerina danza in una piazza transennata e in un viale con le case puntellate, tra cartelli di pericolo, la accompagna la melodia di una chitarra classica suonata da un ragazzo; insieme sono usciti all’aperto salendo dal sottosuolo, quasi che traversato l’inferno del sisma tornassero “a riveder le stelle”.

La danza classica avviene sulle punte, allegoria appropriata per il dopo terremoto, allorché – ed è questa la motivazione dell’opera – “… la gente faceva attenzione  a pestare piano i sampietrini incrinati, quasi camminando ‘in punta di piedi’”. Come si fa quando si passa su qualcosa di fragile e si “cammina sulle uova” con circospezione, a L’Aquila si “camminava sui sampietrini” nello stesso modo titubante e timoroso sebbene sembrino indistruttibili; ma nulla è più sicuro dopo i crolli rovinosi di tante abitazioni e le devastazioni nei palazzi secolari del centro storico. Bianca è una ragazza pacata e tranquilla, con semplicità ci dice che l’idea alla base della sua opera le è venuta osservando come camminavano le persone, “un po’ per prudenza, un po’ per rispetto verso coloro che nei crolli erano morti”. E aggiunge che “l’arte deve entrare in sintonia con il contesto sociale” per esprimerne le inquietudini e riaprirlo alla speranza.

L’autrice non manca di precisare che lei ha dato corpo alle osservazioni fatte allorché erano le inquietudini a dominare, e  anche dopo la riapertura del centro storico “solo poche anime osavano tornare tra quei vicoli stretti”. Adesso invece può dire che c’è il ritorno alla speranza: “Oggi, a più di tre anni dal terremoto, è ancora tutto lì: transenne, polvere e calcinacci. Ma la buona notizia è che la diffidenza ha ceduto il passo a un notevole spirito d’iniziativa, soprattutto tra i giovani”. Questo il commento di Rosanna Rummo: “Le scene che si susseguono senza parole, ma solo attraverso movimenti delicati della ballerina, lasciano al posto della tristezza la voglia di ricominciare, la voglia di tornare a sognare, la voglia di tornare a creare”. Il tutto “con una leggerezza piena di significati”,  ha aggiunto Carlo Flamment.  

Davide Contu per l'”Opera musicale” 

Abbiamo detto che la ballerina nel cortometraggio era accompagnata nella danza dal suono della chitarra di un ragazzo, entrato in scena con lei:  è l’altro studente aquilano che ha vinto il premio per la sezione “Opera musicale”, Davide Contu, dello stesso liceo “D. Cotugno”. Anche qui la paura, però, almeno a prima vista, non per il terremoto ma per la coscienza che  la felicità è transitoria  e precaria, per cui si deve temere in quanto prelude al ritorno ad una condizione deprimente. “Paura d’esser felici”  è lo stato d’animo posto al confine di opposti sentimenti, e viene espresso – così la motivazione dell’opera – con “… la musica, la più labile ed effimera tra le arti, che si dissolve nota dopo nota…” e riflette ciò che avviene anche nell’animo umano. Secondo Davide, la felicità nella vita è  “altrettanto labile della musica perché incombe il ritorno alla normalità fino alla noia”. 

Un richiamo leopardiano, appropriato per uno studente del classico? Crediamo ci sia altro, anche perché il ragazzo ci è parso estroverso e sicuro di sé; pensiamo piuttosto che le onde sismiche oltre ad incrinare i sampietrini nella realtà e nella percezione della gente, abbiano potuto incidere nell’animo giovanile minandone le certezze o comunque introducendo elementi di riflessione che fanno guardare oltre il momento contingente con una maturità acquisita di colpo, e non ci riferiamo al prossimo esame di Stato. E’ qualcosa di diverso dall’inquietudine giovanile, che spesso impedisce di provare felicità piena, ma quando il giovane la conquista non è così effimera. Ancora la paura incombe su L’Aquila, e il giovane musicista che ha composto l’opera premiata è lo stesso, in tutti i sensi – lo ricordiamo – che accompagna la ballerina nel cortometraggio di Bianca; ci piace pensare a una continuità ideale tra le due opere, la prima su una realtà tesa e inquieta, questa sull’animo ancora ferito.

Davide dice che l’opera si ispira alla “fugacità e alla caducità di gran parte delle sensazioni piacevoli, in una realtà dove tutto ha una genesi e una fine”, e parla di “incorporeità del piacere che perfettamente si identifica con la musica”. Non è un filosofo, è un giovane musicista con al suo attivo studi al Conservatorio, ha vinto dei primi premi in concorsi musicali a 15 e 17 anni, è eclettico nelle forme musicali, dal jazz al pop, dal finger style al blues, come strumento principe la chitarra, sia moderna che classica, sia acustica che elettrica. Ma è pur sempre un giovane della città ferita dal terremoto in cui se si aveva paura di camminare sui sampietrini perché insicuri si può ora avere paura anche della felicità.

 Chiara Ceccarelli per l'”Opera della scultura”  

Chiara Ceccarelli  per la Scultura e Forese Crinò per la Letteratura

Con il premio all’“Opera della scultura, pittura e arti figurative…” si esce dall’Aquila, epicentro questa volta positivo della creatività, e si va a Cortona con Chiara Ceccarelli, dell’istituto Luca Signorelli, ma non si lascia la musica che abbiamo visto pervadere le due opere  fin qui illustrate:“La musica colora il mondo”, infatti, è il titolo dell’opera premiata in questa categoria perché è costituita da una chitarra artisticamente elaborata. E’ dipinta all’esterno su un  fondo nero con dei colori, prima in forme intrecciate, poi lasciati colare come facevano le avanguardie americane da Pollock in poi, su delle sagome di casette applicate in una sorta di collage: i colori pastello sono rosa, giallo, blu. Una scultura, dunque, che diventa pittura e musica, anzi strumento protagonista della performance artistica alla pari del musicista e non mero mezzo meccanico di propagazione delle note.

“Anche uno strumento ha un’anima come una persona – dice Chiara  – sennò come potete pensare che possa produrre un suono così bello come la musica?”.  E più precisamente: “Il musicista mette in gioco la sua bravura ma lo strumento è l’altra faccia della  medaglia che collabora con lui per dar vita a qualcosa di spettacolare”. Umanizzata così la chitarra  “non è strumento passivo, non è vuota all’interno”, per questo l’autrice vi ha scavato dentro e l’ha dipinta fuori, per rendere ciò che racchiude: “Le emozioni  e le sensazioni che non riguardano solo il musicista ma anche l’ascoltatore”.   Il mondo che ha sentito di voler portare alla luce è quello risvegliato dal suono della chitarra, che emette “una cascata di colori”, ad ognuno dei quali “corrisponde un’emozione, un sentimento”.  

Da brava studentessa  ricorda che Socrate chiedeva agli artisti di esprimere“i travagli dell’anima attraverso i colori”, e così definisce quelli da lei utilizzati per dare vita al mondo della chitarra: rosa è gioventù, freschezza, futuro; giallo è luce, crescita, felicità; blu è armonia, calma, lealtà. Per questo il mondo da lei evocato non è sfiorato dalla paura, i tre colori della magica chitarra le fanno sentire “un futuro felice, armonioso e leale”.  Anche per Pablo Echaurren la chitarra, o meglio il  “basso” che suonava lui stesso e che ha reso protagonista delle sue pitture sulla musica, era molto più di uno strumento musicale, lo ha esposto nella mostra svoltasi alla Fondazione Roma tra il  2010 e il 2011; lo diciamo a Chiara la cui ispirazione è stata però autentica e personale, non derivata. Nella sua opera c’è tutta la felicità che l’arte – qui la musica e i colori – può dare ai giovani e non solo.

Forese Crinò per l'”Opera letteraria”

Concludiamo la  carrellata con il vincitore della sezione “Opera letteraria”, in realtà posto in testa nell’ordine ufficiale, ma abbiamo voluto dare la precedenza ai due aquilani per il significato che assume la creatività nella loro speciale situazione; così viene a trovarsi alla fine nel momento culminante, e lo merita. E’ Forese Crinò, dell’istituto Cicognini di Prato, contiguo almeno nel nome con il collegio dannunziano, ricordiamo una dedica del Poeta sopra l’immagine da adolescente con  gli alamari sulla giubba firmata “… il Collegiale di Prato mai uscito dal Collegio della Cicogna”.  L’opera premiata si intitola “Poesia adolescenziale”, ci confida Forese che nasce da una sfida a se stesso sin da quando il suo professore delle medie disse che “nessuno scriverebbe usando solo dei participi”. Per questo ha motivato con le parole “… audace, colui che osa…”  5 quadri di un’opera di marca teatrale con le parti introduttive in una prosa dove i verbi sono tutti in forma di participi.

Non si tratta di cabaret e neppure di commedia, le cinque scene poetiche sono estremamente serie, anche drammatiche, e in quest’alternanza di motivi e di umori il riferimento dannunziano non è peregrino. Parla della “città dai due volti, divisa in quattro parti, sotto un unico cielo”,  nientemeno che Gerusalemme,  e tutti sappiamo quale groviglio di problemi vi sia. Poi dell'”iceberg”  della vita, in cui domina l’incomunicabilità, si vedono tante persone delle più diverse origini e condizioni, e si è visti da loro, ma con quale effettivo contenuto? “Loro vedono me? Possono capirmi? Sanno che so? Sanno che vedo , che li ho capiti? Cosa pensano di me, cosa sono io per loro?”. Quindi le occasioni mancate e la frustrazione di “desidero tutto , desidero niente”, se mancano i sogni è come “morire ogni giorno”.

Il ripiegamento su se stessi nella “notte in città”  fa sentire “un freddo interiore mentre l’anima è altrove”, e ci si risveglia tra il senso del tempo perso quando “la vita è tempo”, e la realtà del momento è nelle bollicine del sapone che “come ballerine elle danzan, dimentiche del mondo e di ciò che lo move”. Torniamo alla danza con cui è iniziata la rassegna, siamo passati dai sampietrini alle bollicine.

Forma espressiva e contenuto, capacità creativa e proprietà lessicale per la Rummo;  capacità di interrogarsi “sulle occasioni che si presentano nella vita e su quanto esse incidano sul futuro” per Flamment.  Per noi qualcosa di più, potremmo selezionare tante espressioni di straordinaria intensità, ma quello che ci ha colpito è l’impianto di un’opera che resta enigmatica con tutto il fascino dei misteri irrisolti di un giovane estroso e creativo.

Gli altri riconoscimenti del “Premio creatività 2012” sono stati tre menzioni speciali  per l’“Opera cinematografica” a “Il silenzio delle onde”, autori i 17 studenti della IV D nella scuola C. Cavour di Roma; per l’“Opera musicale”  a “23 maggio”, autori i 13 studenti della scuola Ipsia – U. Pomilio di Chieti, per l’“Opera della letteratura” a “Storia di Sherry”, autore Riccardo Spaccapeli  della Cicognini Rosari di Prato.

Una bella prova di creatività dalla scuola e dai giovani! Che hanno dimostrato, come ha commentato Flamment, la “voglia dei ragazzi di esserci”, portando la loro “voglia di fare”, e lo abbiamo sottolineato all’inizio. Ma la conclusione del presidente del Formez ci piace riservarla al nostro commiato perché lancia un messaggio che non può e non deve restare inascoltato. Eccolo: “Una voglia che deve contagiare la comunità e le istituzioni: tocca  a loro consolidare l’idea che solo apprendendo dalle difficoltà, dal confronto tra gli individui, dall’ascolto dei giovani e dei loro desideri, si può creare una cultura civile condivisa, vitale, impregnata di valori e fiducia nel futuro”. Ora sono loro a dover superare la prova dei fatti.

Info

Abbiamo avanzato la proposta di adottare come simbolo di rinascita dell’Aquila la scultura “Vivere insieme” di Gina Lollobrigida per la prima volta il 3 settembre 2009 in “Perdonanza 2009, un pellegrinaggio per ricordare e riflettere”, su “cultura.abruzzoworld.com”, l’abbiamo reiterata negli articoli pubblicati il 27 ottobre 2012 “Roma. A Palazzo Barberini due dipinti dell’Aquila restaurati” sul sito sopra citato e il 28 ottobre “L’Aquila, due restauri a Palazzo Barberini e una proposta” su questo sito, con l’immagine della scultura in chiusura; fino a “L’Aquila, parte il restauro del santuario di Roio”, pubblicato il 18 gennaio 2013 in “cultura.abruzzoworld.com”, dove apparve la proposta iniziale, e “L’Aquila, il santuario di Roio e il simbolo della rinascita”, su questo sito con l’immagine della scultura “Vivere insieme” riprodotta in apertura.

Foto

Le immagini  sono state riprese da Romano Maria Levante al “Premio creatività 2012”  nella Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, ciascuno dei premiati è dinanzi all’installazione in cartone pressato creata per presentare la sua opera. In apertura foto di gruppo dei premiati con diversi intervenuti, al centro la responsabile del servizio organizzatore Maria Concetta Cassata che ringraziamo;  seguono  Bianca Di Giovanni  per l'”Opera cinematografica” e Davide Contu per l'”Opera musicale”,  Chiara Ceccarelli per l'”Opera della scultura” e Forese Crinò per l'”Opera letteraria”; in chiusura la più grande delle installazioni in cartone pressato ecologico realizzate per la manifestazione. Si ringraziano i vincitori del “Premio creatività 2012”  per aver accettato di posare per noi.

La più grande delle installazioni in cartone pressato ecologico realizzate per la manifestazione