Giardetti, i Carabinieri nella storia italiana

di Romano Maria Levante

A quasi tre mesi dalla presentazione dell’11 ottobre 2018 pubblichiamo di nuovo la parte iniziale del primo dei 4 articoli del nostro servizio sul libro di  Gelasio Giardetti, “I Carabinieri nella storia italiana”, per iniziare il nuovo anno, dopo l’Epifania “che tutte le feste si porta via”, ricordando una  rievocazione in cui la storia dell’Arma è intrecciata a quella del Paese.  La rievocazione mette in rilievo le vicende con gli atti di eroismo dei carabinieri nello scenario nazionale cui l’autore riserva particolare attenzione, con particolare riguardo alle fasi più drammatiche e controverse. La parte iniziale del primo articolo, qui riportata, descrive il  contenuto del libro e le impressioni di lettura, il seguito e i tre articoli successivi  del servizio riguardano i  diversi periodi storici, dal Risorgimento alla 1^ Guerra mondiale, dal fascismo alla 2^ Guerra mondiale con le campagne d’Africa e di Russia, la R.S.I. e l’occupazione di Roma,  la deportazione nei lager nazisti degli ebrei e dei carabinieri, fino alla resistenza e alla Liberazione.  Segnaliamo agli interessati il nostro servizio integrale come sintesi dell’ampia esposizione del libro, di cui consigliamo vivamente la lettura  per l’accuratezza della ricerca e il tono incalzante da romanzo storico che avvince, coinvolgendo in vicende al centro della memoria nazionale  e più direttamente  della memoria  familiare.

La copertina del libro

L’11 ottobre 2018, nella sede della Legione Allievi Carabinieri di Roma,  è stato presentato il libro di Gelasio Giardetti, “I Carabinieri nella storia italiana. In memoria della loro deportazione nei lager nazisti”, edito dall’Associazione Nazionale Carabinieri.  Il libro è dedicato “all’Arma dei carabinieri  per l’inestimabile contributo fornito alla Patria nel consolidamento e nella difesa delle libertà democratiche”, e tratta della loro attività come Arma militare. Nella presentazione a una sala affollata di invitati e di Carabinieri, parecchi con alti gradi ma soprattutto molti giovani, il brillante intervento di Umberto Broccoli, seguito  dall’orazione appassionata del gen. B. Vincenzo Pezzolet, e dalle considerazioni dell’autore Gelasio Giardetti. 

Contenuto del libro e impressioni di lettura

Un libro sui Carabinieri potrebbe sembrare riservato a una cerchia limitata e comunque circoscritta,  anche se non troppo ristretta data la capillare distribuzione delle stazioni di carabinieri in ogni zona del paese.

Questa era almeno la nostra impressione prima di averlo letto, anzi dobbiamo confessare che abbiamo cominciato a scorrerlo con il distacco che si prova dinanzi a temi che sentiamo alquanto estranei, al di là della curiosità per una storia che suscita comunque un certo interesse. Con altrettanta sincerità dobbiamo confidare che invece ne siamo stati presi perché la storia raccontata nel libro è in realtà la storia d’Italia della quale l’Arma benemerita è parte integrante. 

La presentazione del libro, al centro il gen.  B. Vincenzo Pizzolet nel suo intervento, con  l’altro presentatore, Umberto Broccoli (alla sua  dx) e l’autore Gelasio Giardetti (alla sua sin.) 

E se pensavamo che essendo una storia nota nelle linee generali il racconto poteva essere ripetitivo, ci siamo ricreduti pure su questo, tanto siamo stati attratti da una lettura divenuta subito  avvincente: forse perché nella lunga carrellata sulla storia d’Italia vi sono accenti nuovi, o perché è rara una visione congiunta che si snoda come in un film, dei periodi storici che si sono succeduti dal Risorgimento alla 2^ Guerra mondiale passando per le vicende della 1^ Guerra mondiale, poi del regime fascista fino alla  Resistenza e alla Liberazione; o forse perché la rievocazione storica è ravvivata dalla personalizzazione nelle figure fulgide dei carabinieri che si sono segnalati per atti di valore.    

Un particolare della sala, la “platea” 

Non si tratta di individuare quale di questi motivi è alla base dell’attrazione inattesa, forse tutti, perché ricordare eventi così importanti per la vita della nazione è come ripercorrere la propria vita sia per le vicende vissute anche indirettamente dal racconto dei familiari, sia per gli eventi più antichi, appresi sui banchi di scuola e approfonditi con le letture da chi ha voluto saperne di più. Così la lettura del libro crea un magico clima evocativo per il cuore e la mente; ed è anche una lezione di alta coscienza civile in una fase in cui l’immagine dell’Arma è apparsa offuscata per i gravissimi episodi che hanno coinvolto dei semplici militari, e altri che hanno lambito perfino il vertice. 

Ma sono stati episodi isolati, inevitabili in ogni organizzazione, per quanto la fiducia nei Carabinieri è stata sempre tale da lasciare increduli dinanzi a fatti che sembravano impossibili fino a che non di sono avute prove inequivocabili; perciò ci si attende un rigore ancora maggiore. Pur con questo rilievo, con la stessa obiettività si deve dire che tali fatti, che restano gravissimi, non possono lasciare macchie su un tessuto, come quello dell’Arma, la cui integrità ha superato prove ben più impegnative della cronaca attuale, basti pensare alle deportazioni nei lager nazisti alla cui memoria il libro è dedicato.  Anzi, va preso atto che si è messa in campo, per così dire, la linea del Progetto “Tacere non è un dovere”, e  nel tragico caso di Stefano  Cucchi il comandante gen. Nistri ha proclamato solennemente “chi sa parli”; vale a dire che  “parlare è un dovere” per denunciare deviazioni, come quelle inammissibili venute alla luce di recente, dall’etica del corpo oltre che dalla legalità.


L’intervento del presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri gen. Libero Lo Sardo

Riguardo al motto “Nei secoli fedele”, l’Arma ha già mostrato nella sua storia che se le istituzioni prendono derive antidemocratiche e autoritarie non dà il proprio supporto alle conseguenti violazioni della  legalità; ne  era consapevole il  fascismo che creò appositamente un corpo speciale, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, con i pretoriani  ai quali affidare le missioni che mai i carabinieri avrebbero svolto perché sarebbero state al servizio del regime contro ogni etica civile e politica. La fedeltà dei Carabinieri è verso il popolo di cui  si sono sentiti sempre tutori e difensori.

E’ un”Arma forte delle sue tradizioni, ma capace di allineare ai tempi il severo motto “Obbedir tacendo e tacendo morir” con il programma in atto “Tacere non è un dovere”.

Del resto, i Carabinieri restano il presidio per l’ordine pubblico più vicino alla gente sia logisticamente sia umanamente, per la tradizione consolidata che vedeva nel maresciallo dei carabinieri e nel medico condotto, nel maestro di scuola e nel parroco, i punti di riferimento che davano sicurezza ai cittadini per la convivenza quotidiana e la cura della salute, l’istruzione e la vita spirituale, cioè i cardini della crescita umana e civile.  Le profonde trasformazioni nell’organizzazione della società hanno modificato in parte questo assetto tradizionale, ma non si può cancellare ciò che resta impresso nella memoria popolare e continua a svolgere un ruolo molto importante, anzi fondamentale.   

Un particolare della sala, la “galleria”

Anche per questo motivo i carabinieri sono al centro delle ben note “barzellette” che pur nell’intento dissacratore della satira all’insegna del “castigat ridendo mores”,  con l’umorismo ne sottolineano indirettamente la popolarità e la presenza nella vita di tutti.  Nell’autunno del 2009, alla  “Biblioteca Nazionale” di Roma, la mostra “In nome della legge”  ha esposto le vignette satiriche sulla  Polizia di Stato, apparse a partire dai primi del ‘900 su tante riviste umoristiche;  l’esposizione è stata promossa dalla stessa Polizia. Non sarebbe sorprendente che “Tacere non è un dovere” possa portare anche i Carabinieri a un “outing” analogo  sulla satira che li ha presi a bersaglio con una dissacrazione in fondo di tono affettuoso.  

Ma il libro non si occupa dell’ immagine “domestica”, per così dire, a tutti familiare dei carabinieri, e non serve sottolineare gli infiniti episodi in cui si sono segnalati nella quotidianità, che coincide con la svolgersi della vita della Nazione. D’altra parte, sono stati costituiti per questo, per assistere oltre che per proteggere le comunità nei momenti difficili della vita di ogni giorno.  E’ una cronaca anch’essa punteggiata da momenti gloriosi, valgano per tutti le copertine della  “Domenica del Corriere” che fissano questi episodi, come l’arresto in corsa del cavallo imbizzarrito per citare una delle più note, scelta anche come conclusione di un film d’epoca.

Dalla sin. i presentatori del libro, Umberto Broccoli e il gen. B. Vincenzo Pizzolet, poi l’autore Gelasio Giardetti e  il presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri  di Monte Porzio Catone, Edoardo Zucca

Il  libro  entra nella Storia, nel  ripercorrere la vicenda dei Carabinieri come parte integrante della storia d’Italia che marca i momenti topici della vita nazionale presenti nella mente di tutti.  La sua non è né la storia cosiddetta “alto mimetica”, dal’angolo di visuale delle istituzioni e dei potenti, né quella “basso mimetica”, dalla parte del popolo sacrificato sull’altare di cause spesso a lui estranee. Nella sua rievocazione appassionata e appassionante, l’Autore ha riconsiderato la storia d’Italia con lo spirito del ricercatore – la sua attività nel mondo dell’industria trasferita anche su altri libri storici –  in una posizione intermedia tra quelle appena citate, fuori dai luoghi comuni ma ponendosi dal punto di vista dei Carabinieri nelle fasi in cui sono stati protagonisti; e va sempre più a fondo nella ricerca penetrando  via via nell’animo dei protagonisti in un crescendo di emozioni.

Basta iniziare la lettura, poi si è portati ad andare avanti presi da vicende di cui normalmente si conoscono solo le linee generali e si è ansiosi di saperne di più; non è facile crederlo, pochi penserebbero che una storia di Carabinieri possa coinvolgere a tal punto, ma è rivelatrice e narrata in modo  avvincente; non ci si può staccare dal libro, ne possiamo dare testimonianza diretta. 

Un’inquadratura ravvicinata della “platea” 

In questo risiede il fascino della rievocazione, la storia avvince perché è la nostra storia, il ritmo del racconto è incalzante senza evitare i passaggi più difficili, anzi l’Autore è portato a concentrarvi l’attenzione maggiormente quanto più sono controversi, è come se accettasse la sfida della ricerca storica;  e nella storia d’Italia che ci appartiene si inserisce naturalmente la storia dell’Arma in modo sempre più penetrante, con i valori morali e civili in evidenza nelle vicende esemplari degli atti di eroismo che avvolgono di una luce vivida squarci di toccante umanità fino a conquistare la scena in un crescendo veramente emozionante. Pur con il rigore di un libro di storia, ha il fascino di un romanzo storico.

Una letttura emozionante, dunque, oltre che istruttiva, perché pur se il tessuto della trama della storia italiana è noto a grandi linee, vengono approfonditi i momenti fondanti e soprattutto viene rivelata quella parte dell’azione dei Carabinieri  meno nota che va oltre la quotidianità ben conosciuta per entrare nella storia in una dimensione diversa ma correlata alla prima.

Ne ripercorriamo i principali momenti per dare un’idea di una storia gloriosa che tutti dovrebbero conoscere.  Per questo il libro, oltre ad essere presumibilmente studiato nelle scuole degli Allievi Carabinieri; potrebbe entrare nelle letture delle nostre scuole, dato il suo alto valore civile e umano.   

L’autore del libro al centro, tra il sindaco di Pietracamela, Michele Petraccia, alla sua dx, e l’autore del servizio alla sua sin., al termine della presentazione 

Info 

Gelasio Giardetti, “I Carabinieri nella storia italiana. In memoria della loro deportazione nei lager nazisti”, Associazione Nazionale Carabinieri Editrice, ottobre 2018, pp. 394. Il primo articolo del nostro servizio – che dopo aver descritto il contenuto del libro e le impressioni di lettura rievoca le vicende dei Carabinieri nel Risorgimento e nella 1^ Guerra mondiale –  è uscito in questo sito il  4 novembre, i successivi tre articoli il  6, 8,  e 10 novembre 2018, con 17 immagini ciascuno. Dello stesso autore, “L’uomo, il virus di Dio”, Arduino Sacco Editore, novembre 2014, pp. 184;  “Dio, fede e inganno”, Arduino Sacco Editore, settembre 2013, pp. 240; “Gesù, l’uomo”, Andromeda Editrice, giugno 2008,  pp. 320. Sui primi due libri ora citati cfr. i nostri articoli in questo sito il 10 e 13 giugno 2015 e il 2 febbraio 2014.  

Una carica storica dei carabinieri: Grenoble, 1815