Bruschini, uno Chagall in bianco e nero, a RvB Arts

di Romano Maria Levante

Una nuova mostra, “Self Shaping Paintings”  di Lorenzo Bruschini, alla RvB Artsdal 27 febbraio al 22 marzo 2014, all’insegna dell’“Accessible Art”.  E’ la formula originale che Michele Von Buren – appassionata animatrice della galleria, organizzatrice e curatrice della mostra –  utilizza da tempo per allargare il raggio d’azione dell’arte contemporanea facendola accogliere nelle case della gente e sostenendo la creatività degli artisti. Si basa sulla selezione di opere di artisti di oggi  “sostenibili” perché in linea con la sensibilità delle persone comuni, quindi in grado di far parte dell’arredamento, e perché economicamente accessibili a un prezzo opportunamente contenuto.

Accessible Art, la sfida di Michele Von Buren

Abbiamo già sottolineato in occasione delle mostre precedenti di  RvB Arts questi aspetti che le rendono  meritevoli di speciale apprezzamento come veicolo per allargare i limiti sempre troppo ristretti nei quali l’arte contemporanea è confinata e quindi per alimentare e sostenere la creatività artistica soprattutto dei giovani. Ma ogni volta riteniamo doveroso sottolineare l’attività instancabile della Von Buren per tale meritoria iniziativa. Nelle due sedi espositive – quella principale in Via delle Zoccolette,  e l’altra in via Giulia presso l’Antiquariato Valligiano – le opere spiccano tra pregiati pezzi di arredamento, anch’essi in vendita a prezzi accessibili, così si può avere un’idea  dell’inserimento nei contesti abitativi, e si può fare anche l’accoppiata di acquisto quadro-mobile.

Michele Von Buren può contare su  una “scuderia” di quasi 40 artisti, 19 pittori, 4 scultori e  13 fotografi, in grado di presentare a rotazione le loro opere in un rinnovamento nella continuità che ne rappresenta un altro elemento caratteristico. Ormai ci si affeziona ai suoi protagonisti, che non spariscono anche se la mostra in corso non riguarda più loro; alcune opere restano nel retro delle sale espositive oppure tra quelle esposte, quasi a voler ricordare che nulla vi è di occasionale e transitorio, ma c’è una base solida e persistente. Visitare la mostra è come tornare tra amici che si desidera rivedere, ritroviamo i grandi dipinti da “album di famiglia”, tra l’ingenuo e l’inquietante,  di Christina Thwaites e le sculture imponenti o minuscole in materiali  di risulta di Alessio Deli, quelle bianche e sottili di Lorenzo Gasperini e la testa totemica di Janice James, gli allegri cani variopinti di Maito e le figurette di Roberto Fantini, poi altri ancora.

La mostra  natalizia “Christmas Tales” con 15 artisti

Per questo motivo,  prima di parlare della mostra in corso vogliamo ricordare quella che si è svolta dal 5 dicembre 2013 all’11 gennaio 2014, “Christmas Tales”, 15 artisti ispirati alle favole di Hans Christian Andersen,  la settima della serie da noi seguita, nella tradizione natalizia che l’anno prima aveva  presentato la mostra “Christmas Collection”.  Il favoliere danese ha collegato le novelle alla poesia con queste parole poste a sigillo della mostra di Natale 2013: “Nel regno intero della Poesia, nessuna terra è così sconfinata come quella della fiaba… per me rappresenta tutta la poesia”.

Abbiamo visto all’inaugurazione del 5 dicembre 2013, pitture e sculture, disegni,  collage e fotografie ispirate a favole, alcune ben identificate nei titoli. Come “La Sirenetta” che ha ispirato ad Alessio Deli un’opera diversa da quelle a lui consuete fatte di materiali poveri di risulta,  nobilitati da un’arte che produce figure scultoree dalla modernità contemporanea e insieme dall’imponenza statuaria di marca classica. Mentre ci preparavamo a confrontare la sua prevedibile scultura  alla “Sirenetta” che ci ha affascinato per la sua tenerezza intrisa di solitudine sul molo di Copenaghen, abbiamo trovato invece un’opera pittorica, una figura vista di schiena deliziosa e tenera.  Del resto Deli affianca dipinti a sculture, ma per lo più con una ruvidezza pari a quella dei materiali di risulta, qui ci ha sorpreso con un’opera su carta intensa e raffinata, espressiva della delicatezza del tema.

Roberto Fantini, l’altra presenza costante, espose “Con tutta me stessa”, quadro simbolo di quella mostra, l’immagine di favola è la ragazza su un velocipede d’epoca e un lungo strascico cromatico che parte dai capelli. E abbiamo ritrovato Lucianella Cafagna e Maiti, espressioni e mondi lontani, la prima con l’infanzia dai controluce di sogno o pitture luminose, il secondo con animali colorati.

Oltre loro nel segno della continuità, anche tante “new entry” nel senso del cambiamento: Cornelia Badelita e Justin Bradshaw, Alessandra Carloni e Laura Fo, Giulia Lanza e Vera Rossi, Alessandra Morino e Fabio Xena. Poi Jane Marie Petersen, che interpretò  la favola “Mignolina” con un volo di rondine su un arabesco colorato.

Abbiamo lasciato per ultime le citazioni di Alvaro Petritoli con “La Regina delle Nevi”  e di Lorenzo Bruschini con  “A piedi nudi nel vasto mondo”, perché  ci consentono di collegarci alla mostra attuale. Il primo in quanto la sua opera ha lo stesso titolo di una delle opere di Bruschini, il secondo per  ovvi motivi, tanto più che ritroviamo esposta l’opera presentata a Natale.

Lorenzo Bruschini, immagini enigmatiche da interpretare

“La Regina delle nevi” di Bruschini è forse la più figurativa delle sue opere esposte, c’è l’immagine della regina con la corona in testa, che  stende la mano verso una colomba, mentre Petritoli aveva presentato sotto quel titolo 12 riquadri con profili montagnosi senza figure umane.  “A piedi nudi nel vasto mondo” mostra  una giovane nel bosco con il lupo, un “cappuccetto rosso”  evoluto.

All’ingresso “Elogio del silenzio”,  poi  “Il viaggio di Jean Jacques” e   “Il Castello”, “L’Amore e il suo doppio”e “Il giardino segreto”, “La casa abbandonata”, dominante il nero con il lupo,  e “Primo incontro con la morte”,  dominante una grande volpe bianca nel bosco.  E poi altri, di minori dimensioni, sagome umane e animali, figure in volo o a terra, ben definite ma evanescenti, sospese tra sogno e realtà, nell’innocenza del naif oppure con profili inquietanti.

Il visitatore può dare corpo ai contenuti evocati dalle immagini suggestive che nella galleria di RvB Arts  lo circondano come in una foresta incantata e richiamano alla memoria sensazioni sopite pronte a risvegliarsi quando sono sollecitate dalla rappresentazione artistica.

Dell’ autore Lorenzo Bruschini, già presentato in precedenza, ricordiamo che è un pittore e incisore diplomato in pittura a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2007, dopo aver frequentato la “Ecole Nationale Supérieure des Arts decoratifs” di Parigi, fondatore della Scuola d’Arte  “Les Oiseaux Noirs”, ha tra le fonti di ispirazione la poesia francese che apprezza molto.

Abbiamo visto nelle sue opere figure spesso sospese come in volo e dalle forme evanescenti, e le abbiamo associate spontaneamente e istintivamente a certe immagini oniriche di Chagall, senza con questo voler creare alcun collegamento né tanto meno parallelo sotto il profilo della critica d’arte.

Da cronisti e visitatori documentati ci affidiamo alle valutazioni critiche di Viviana Quattrini  che si ricollega “alle più antiche forme d’arte dove mito e rito erano parte integrante dell’opera”. E ci dà una spiegazione del coinvolgimento da cui ci si sente presi guardando le figure esposte, che sono bidimensionali e fluttuanti senza prospettiva, né lo sfondo crea legami con la realtà, bensì piuttosto  con la fantasia e con i sogni. Le figure umane e di animali qualche volta sono intrecciate in una simbiosi più che nella  semplice convivenza, da riferire a pensieri inconsci di natura psicanalitica.

Il titolo della mostra “Dipinti che auto modellano”, lo ritroviamo nel titolo di un’opera, Self Shaping Painting”, anche in forma grafica con “Self Shaping Drawings”, e fa pensare a un mutamento continuo, riferito dalla Quattrini a un cambio di identità in tre momenti: il primo è quello del sogno, legato alla fantasia dell’artista, il secondo è quello del simbolo, legato al suo contenuto mutevole, il terzo è quello dell’interpretazione, legata all’immaginazione di chi osserva. Sono  trasformazioni che rendono lo spettatore “protagonista inconsapevole: un nuovo atto creativo si sviluppa nella mente dall’atto percettivo. Questa immanente vitalità rimette continuamente in discussione percezione e cognizione di chi osserva e di chi crea”.

Non ci sono soltanto i sogni e la fantasia ad intrecciarsi, c’è anche il vissuto e queste tre componenti fanno emergere nell’osservatore le immagini sedimentate nella sua coscienza, anzi nell’inconscio, sollecitate dall’ambivalenza e dall’ubiquità di quelle presentate dall’artista.  E’ un processo creativo continuo, con un “feed back”  tra artista e osservatore  che si svolge attraverso l’opera esposta.  

La Viviani parla di “viaggio iniziatico attraverso un labirinto di figure fantastiche che evocano l’invisibile dell’apparente realtà”, come se si fosse sul divano dello psicanalista o si cercasse di interpretare le inquietanti figure dei test visivi psicologici o addirittura psichiatrici. Vengono alla mente associazioni di idee, noi abbiamo citato quella meno inquietante, le figure in volo di Chagall, qui in bianco e nero, ma possono essercene anche altre puntuali che emergono dal proprio vissuto e dal propri sogni se non, in qualche caso, dagli incubi. Torna alla mente perfino “Guernica”, con le corna e le code, qui si trasformano in ali, lì rappresentano la violenza della guerra distruttiva. Anche il Minotauro, perché no,  può riaffiorare dai ricordi scolastici, tra il mito e l’incubo personale.

Abbiamo parlato di bianco e nero, in realtà le tonalità sono varie e diverse, e ci si sorprende a scoprire le tante variazioni del bianco e del nero fino all’opale, come delle immagini deformate dal sogno. Sempre secondo la Quattrini, “l’arte di Lorenzo Bruschini diviene strumento per una comunicazione sensibile, capace di restituire, attraverso personali visioni, saperi universali”.

E non è poco avere la possibilità di vedere opere che possono dare queste sensazioni ed entrare anche nella propria casa – cosa facilitata dai prezzi contenuti anche per dipinti di grandi dimensioni – in modo da perpetuare il sottile fascino di tale collegamento. 

Le immagini dicono di più di molte parole, d’altro canto non è possibile rendere appieno ciò che esprime “realtà, fantasia, non-sense, mistero, intrigo”, come dice la Quattrini. Occorre vedere per credere.

Info

Galleria “RvB Arts”, Roma, via delle Zoccolette 28, presso Ponte Garibaldi, e “Antiquariato Valligiano”, via Giulia 193, dal martedì al sabato, orario negozio; domenica e lunedì chiuso.  Ingresso gratuito. Tel. 06.6869505, cell. 335.1633518; http://www.rvbarts,com/info@rvbarts.it   Per le  precedenti mostre di “Accessible Art”, con immagini delle opere esposte, cfr. in questo sito i nostri 7 servizi alle date del 21 novembre e 10 dicembre 2012, 27 febbraio e 26 aprile, 21 giugno, 5 luglio e 5 novembre 2013.

Foto

Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante all’inaugurazione della mostra nella galleria RvB Arts, si ringraziano gli organizzatori, in particolare Michele Von Buren, e i titolari dei diritti, specialmente l’artista cui siamo grati per avere accettato di essere ritratto da noi. In apertura,   Lorenzo Bruschini davanti a una sua opera; seguono  “La Regina della neve” e un’altra opera, poi  il grande dipinto orizzontale “Self Shaping Painting” che dà il nome alla mostra, e un’altra opera,  quindi,  affiancate, ” A piedi nudi nel vasto mondo”, a sin., e “Il Castello”, a dx; in chiusura “Il viaggio di Jean Jacques”.  (N.B: Le altre immagini sempre presenti  oltre alla prima, sono scomparse per un improvviso problema tecnico, presto verranno reinserite).