Tunisia e Dominicana, tradizioni, arte e natura, al Vittoriano

di Romano Maria Levante

Al Vittoriano, nel programma “Roma verso Expo” è il turno della Tunisia, in mostra dal 19 marzo al 1° aprile 2015  nella Sala Zanardelli, lato Ara Coeli; in precedenza, in una sorta di staffetta, la Repubblica Dominicana, dal 26 febbraio al 23 marzo nell”Ala Brasini, lato Fori Imperiali.Due paesi dalle caratteristiche peculiari evidenziate da parte della Tunisia  con oggetti di artigianato artistico e vere opere d’arte; da parte della Repubblica Dominicana con  fotografie ambientali altamente spettacolari.

 Tunisia, “naturalmente generosa”

La Tunisia si presenta come terra “naturalmente generosa” per l’ospitalità del suo popolo e le bellezze naturali, spiagge  e uliveti, palme e foreste, le  preesistenze storiche e le leggende, come quella di Ulisse e dei lotofagi con i loro frutti dolcissimi, forse i datteri, le arance e i melograni. 

E’ una storia millenaria, con l’incrocio di varie culture, araba e africana, berbera ed europea, e sebbene la popolazione sia mussulmana, convivono le varie fedi, come la cristiana e l’ebraica.

L’immagine che viene data è di una terra ospitale, con attrattive turistiche per i pregi ambientali e storici,   i luoghi pittoreschi come i suk in cui le tradizioni convivono con la modernità; ma anche di un popolo che sa raggiungere livelli di eccellenza nell’artigianato fino all’arte pittorica.

Il primo nome che richiama l’attenzione, a parte la capitale Tunisi, è Cartagine, per il suo retaggio di storia, con le guerre puniche  e l’imperativo ciceroniano “Cartago delenda est” .  Aveva mille anni di storia quando dopo la terza guerra punica fu distrutta dai romani nel 146 a. C., poi dal 29 a. C. la sua “riabilitazione”. Nel  698 fu presa dagli Arabi, che poi conquistarono  l’intera Tunisia. 

Ci sono i resti ell’Anfiteatro e del Teatro romano, questi ultimi spettacolari, e i ruderi delle basiliche cristiane di Damus Caritas e San Cipriano, nonché  reperti romani del quartiere di Byrsa, incendiato nella distruzione del 146 a.C. raccolti nel locale  museo.

Anche a Sbeitla dei ruderi romani e un Museo, ma  la preesistenza più imponente e spettacolare è il grande anfiteatro di El Jem  del 230 d. C., una ellissi lunga 140 metri  e larga 120 metri con un perimetro di oltre 400 metri, minore di quello del  Colosseo, ma maggiore dell’Arena di Verona.

Abbiamo accennato soltanto alle preesistenze romane, ma  grandi attrattive si trovano nella Medina, dalle mura agli edifici, alle moschee, citiamo Kairouan, città santa,  e Sfax , nelle isole Kerkennah; .

La mostra si concentra sull’artigianato artistico, presentato in una serie di vetrinette al centro del percorso espositivo, e sulle opere d’arte pittorica,  una  galleria di dipinti spettacolare.

Il paese è celebre per i tappeti di Kairouan  e Gabés, il vasellame e le ceramiche di Nabeul e Djerba, gli oggetti di rame cesellato, smaltato o inciso di Tunisi, i gioielli berberi in oro e gli articoli di cuoio: campioni sono esposti nelle vetrine al centro del percorso espositivo.

I quadri  alle pareti rivelano influenze delle diverse correnti pittoriche, ma anche la ricerca di un linguaggio autonomo che conserva i segni di una antica tradizione.

Repubblica Dominicana, “finestra sui Caraibi”

La   Repubblica Dominicana  ha circa 20 milioni di abitanti, nel suo territorio ci sono monti, valli e spiagge favolose, è  “la finestra sui Caraibi”, splendidi paesaggi, clima mite, perfetta accoglienza.

Cristoforo Colombo  approdò nell’isola, che fu chiamata Espanola, ai primi di dicembre del 1492, lasciandovi una piccola guarnigione, vi tornò nel secondo viaggio  spostando l’insediamento nella parte orientale, dov’è ora la Repubblica Dominicana, fu la prima presenza stabile in mano spagnola.

Segue una storia tormentata di sfruttamento delle risorse naturali e di schiavitù,  compresa la tratta di neri dall’Africa, mentre gli indigeni tendevano ad estinguersi anche per i maltrattamenti.

Nell’isola ci sono storie eroiche alla Spartaco, di ribellioni di schiavi nel 1791 che conquistarono l’indipendenza, come fu per la colonia francese di Haiti, nella parte occidentale,  fino all’intervento di Napoleone nel 1801 con una spedizione, ma nel 1804 fu di nuovo indipendente.

La parte orientale, intorno a San Domingo, restò sotto i francesi per il rifiuto degli spagnoli di sottomettersi agli schiavi liberati, poi nel 1808 ci fu un breve dominio spagnolo, e una fase di indipendenza fino all’invasione da parte di Haiti della terra divenuta la Repubblica Dominicana.

Nel 1844 la sollevazione del popolo guidato da Duarte  portò all’indipendenza all’insegna dell’uguaglianza degli uomini senza discriminazioni; seguì un breve periodo di sottomissione alla Spagna nel 1861, finché con la guerra di restaurazione nel 1863  si ebbe di nuovo l’indipendenza. 

Dopo Francia e Spagna anche l’America mise le mani sul’isola, con un’occupazione militare cui seguì fino al 1961 la dittatura  sanguinaria di  Trujillo  che giunse perfino a dare il proprio nome alla capitale chiamandola Ciudad Trujillo. Con la sua caduta non ci fu l’assetto definitivo, ma ancora l’occupazione americana, poi nuovi regimi autoritari: la presidenza di  Belanguer ha avuto fasi  alterne e interruzioni  per un trentennio, fino alla rinuncia  a ricandidarsi nel 1996.

Abbiamo ricordato queste fasi tormentate che la mostra non evoca perché servono ad apprezzare ancora di più la presentazione del paese all’insegna dell’accoglienza amichevole, del sorriso, di tutto quanto si possa desiderare se si è alla ricerca di bellezze naturali e tradizioni pittoresche.

E’ un’isola dei Caraibi, la più grande dopo Cuba, e tornando a Colombo con il quale abbiamo iniziato veniamo a sapere che – si legge nel suo diario – all’approdo si chiese se era giunto nel “paradiso del racconto biblico”. Ecco altre sue parole:  “Acque trasparenti/ i più bei colori del mondo/ valli, pianure e spiagge meravigliose/ Una persona non vorrebbe mai andare via di qui/ Il luogo più bello che occhi umani abbiano mai visto”.

Quale il modo scelto per esprimere tutto questo nella mostra ?  La scelta è caduta su 40 fotografie di 40  fotografi,  che presentano scorci tali da far sentire immersi in quei luoghi meravigliosi.

A questo punto non resta che guardare le immagini pensando alle sensazioni che dovette provare Colombo quando  vide per la prima volta le isole dei Caraibi dopo l’approdo nel nuovo mondo.

Info

Complesso del Vittoriano, lato piazza Ara Coeli per la mostra sulla Tunisia; lato Fori Imperiali, via san Pietro in carcere, per la mostra sulla Repubblica Dominicana. Lunedì-giovedì ore 9,30-18,30, sabato e domenica 9,30-19,30. Ingresso gratuito; l’ingresso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura. Cfr., in questo sito, i nostri precedenti articoli sulle mostre al Vittoriano della serie “Roma verso Expo”: nel 2014, su “Egitto e Slovenia” l’8 novembre,su “Albania e Serbia” il 9 dicembre, nel 2015 sul “Vietnam” il 14 gennaio, sull’“Estonia” il 7 febbraio, su “Grecia e Germania”  il 22 febbraio.

Foto

Le immagini sono state riprese da Romano Maria Levante alla presentazione delle due mostre al Vittoriano, si ringrazia “Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. Le prime 6 immagini sono della mostra sulla Tunisia, riproducono, alternate, opere di artigianato di qualità e opere d’arte pittoriche; le successive 6 immagini sono della mostra sulla Repubblica Dominicana, riproducono  foto esposte con suggestivi scorci ambientali