Giubilei nei secoli, tra Mappe e Medaglie, al Vittoriano

di Romano Maria Levante

Al Vittoriano, Ala  Brasini, lato Fori Imperiali,dal 4 dicembre 2015 al 17 gennaio 2016  la mostra “Roma tra Mappe e Medaglie, Memorie degli Anni Santi”  presenta   mappe urbane, coni per medaglie e monete che documentano l’evento giubilare  e la sua incidenza  sull’assetto cittadino nei  secoli, per celebrare all’insegna della memoria storica e religiosa il Giubileo della Misericordia  voluto da Papa Francesco.   Con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione  e dell’Opera Romana Pellegrinaggi,  è stato promosso dall’Agenzia delle Entrate e dall’Istituto Poligrafico e  Zecca dello Stato, nonché dal Consiglio nazionale geometri e Geometri laureati e da “Modus”, in collaborazione con la Regione Lazio e con  enti e  istituzioni, tra i quali citiamo l’Istituto Luce e la Rai. Realizzata da Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia, la mostra è a cura di Silvana Balbi de Caro, che ha curato anche il Catalogo, e di Flavio Celestino Ferrante, autori dei testi in catalogo, insieme ad Andre Cantile e Simone Boccardi.  

Inconsueta e sorprendente questa mostra molto particolare, patrocinata da un Consiglio Pontificio e dall’Opera pellegrinaggi e promossa dall’Agenzia delle Entrate e  dall’Ordine dei Geometri,  Geometri, protagonisti inattesi di un’esposizione in cui spicca l’originalità e l’accuratezza.

Il miracolo, se così  lo possiamo chiamare per restare in tema, lo ha compiuto il Giubileo della Misericordia di Papa Francesco, in omaggio al quale è venuta l’idea di una testimonianza inconsueta dei precedenti Giubilei,  ripercorrendo la storia dei Papi  e del loro impegno giubilare unitamente alla storia urbanistica di Roma che ne è stata investita. Dall’idea brillante all’iniziativa coraggiosa:  non era scontata la resa spettacolare di una documentazione sulle trasformazioni che hanno accompagnato i 700 anni di eventi giubilari tradotta in testimonianze tangibili.

Quali testimonianze? viene di chiedersi a questo punto: sono di due tipi, le “Mappe e Medaglie” cui si intitola la mostra, le prime fanno mostra di sé sulle pareti, le seconde  in una serie di vetrinette che consentono di visionarle in successione cronologica in modo da apprezzarne l’evoluzione.

La sede non poteva che essere la sala “Giubileo” del Vittoriano che, come ricorda Alessandro Nicosia – il presidente di “Comunicare Organizzando” che gestisce lo spazio del Complesso monumentale con un’incessante attività espositiva animata da forti motivazioni artistiche e celebrative – ospitò nel 2000 uno spazio informativo dedicato al Giubileo di Papa Giovanni Paolo II che diede poi il nome definitivo alla sala. Questa volta, precisa Nicosia,  l’intento è di documentare “quanto i Giubilei nel corso dei secoli abbiano contribuito ai mutamenti e all’evoluzione della Città e quanto siano stati determinanti per l’assetto contemporaneo urbanistico e architettonico”. 

Viene  ripercorre la storia  di ieri della Capitale della cristianità per capire meglio la realtà di oggi.

Sono recenti le discussioni inerenti la mobilitazione delle autorità cittadine con il contributo del governo nazionale al fine di porre  Roma nelle migliori condizioni per accogliere i nuovi flussi di pellegrini, e rimediare a insufficienze e arretratezze a livello di servizi e decoro cittadino. Figurarsi cosa è avvenuto nei secoli per questi appuntamenti epocali,  quando i Pontefici che ne erano i protagonisti dominavano la città Eterna  e potevano compiere le trasformazioni per i Giubilei!

Tutto questo è sintetizzato visivamente nelle mappe urbanistiche con l’eleganza cartografica di livello calligrafico,  e nelle figure riprodotte sulle medaglie giubilari, volte a sottolineare  l’elemento dominante legato al Giubileo: le Porte sante innanzitutto, con scene delle loro aperture; ma anche le Basiliche  e le Piazze, i palazzi e, nturalmente, i Pontefici ripresi all’opera nei Giubilei o celebrati nelle medaglie.

La mostra ne è lo specchio fedele, nella sua estrema capacità di sintesi cui si accompagna una forza evocativa che va molto al di là delle evidenze esposte, dando luogo a una “total immersion” storica e religiosa insieme; nelle presentazioni dei titolari degli organismi promotori sono evidenti i due approcci,  scaro e profano, nella compresenza connaturata al ruolo e alla natura della Città eterna.

Il loro impegno non si è esaurito nella selezione e presentazione del materiale di documentazione, ma ha portato ad un’approfondita ricerca di cui viene dato conto nel prezioso catalogo.  Così è stata documentata la “La cartografia di Roma: dalle mappe urbane al disegno del mondo” da Andrea Cantile  e “La rappresentazione cartografica della città dei Giubilei” da Francesco Celestino Ferrante; è stata ricostruita “La storia metallica dei Romani Pontefici” da Silvana Balbi De Caro; inoltre è stato compilato un  “Atlante” su “Apertura e chiusura della Porta Santa” e “La grandi opere per i Giubilei’, “L’accoglienza ai pellegrini” e  “Le monete dei papi” da Simone Boccardi.

Sono analisi accurate e precisa di cui daremo soltanto qualche piccolo scampolo nel raccontare rapidamente le impressioni e le emozioni provate nel breve ma sostanzioso percorso espositivo.

Le mappe cartografiche di Roma nei sei secoli dei Giubilei

Vengono riportate le parole di mons. Frutaz, che dopo aver individuato oltre 500° piante di Roma, nel 1962  affermò: “Nessuna città può vantare di possedere una serie così ricca di fonti cartografiche antiche e di descrizioni moderne come Roma”,  a partire dalla monumentale “Forma Urbis Roma” realizzata dall’imperatore  Settimio Severo tra il 203 e il 2011,  nel Templum Pacis. .

Si può ben comprendere la difficoltà della selezione, nella quale sono state prescelte cartografie di insigni autori, vere e proprie realizzazioni artistiche che partono dal secolo XVI, con i primi Giubilei.  Già nel XV sec., Leon Battista Alberti con la sua “Descriptio Urbis Romae” aveva innovato radicalmente  in questo campo introducendo la forma  geometrica obiettiva al posto della precedente diagrammatica soggettiva, servendosi anche di tabelle numeriche e coordinate polari, senza giungere ancora alla rappresentazione planimetrica dettagliata di cui alla “Lettera a Leone X”.

Vediamo esposta la “Nova Urbis Romae Descriptio”, litografia in 4 fogli di E. Du Perac-A. Lafréry,  dedicata ad “Enrico III, Cristianissimo re di Gallia e di Polonia”,  siamo nel 1577, si distinguono chiaramente nella grafica minuta, il Vaticano e Città Sant’Angelo, San Giovanni in Laterano e il Colosseo.  Gli stessi autori  due anni prima avevano realizzato l’incisione su rame “Le sette chiese di Roma”, 1575, una suggestiva  immagine panoramica e non solo planimetrica, in cui oltre alle basiliche monumentali  sono visualizzate le colonne di pellegrini e i fedeli in ginocchio

Un secolo dopo la “Nuova pianta et alzata della città di Roma”, incisione all’acquaforte di  G. B. Falda, è il 1676,  la visione è “a volo d’uccello” con precisione  dei dettagli, l’intento più che documentario è celebrativo delle trasformazioni urbanistiche e dei pregi monumentali. Ecco bene in vista il colonnato di Piazza San Pietro, la basilica con la cupola michelangiolesca e i blocchi urbani tutt’intorno; c’è anche il particolare delle nove Basiliche in vista prospettica,  riprodotte al di fuori della planimetria  urbana ed espressamente citate nell’iscrizione:  “Con l’aggiunta delle nove fabriche di chiese et altri edifici fatti sin al’anno presente MDCCLVI”.

Dopo tre quarti di secolo abbiamo la “Nuova Topografia di Roma del 1748”,  acquaforte e bulino-incisione  di G. B. Nolli,  nota anche come “Pianta grande di Roma”, dedicata a Benedetto XIV, realizzata con la nuova tecnica del “rilevamento diretto con catena agrimensoria, canna e tavoletta pretoriana”, estesa anche al contado,  con maggiore precisione planimetrica  e ricchezza di dettagli nonché figure simboliche di Roma,  del Tevere e della Chiesa, di sfondo il Campidoglio.

Ancora un secolo ed ecco la “Pianta dell’antica città di Roma con i suoi boschi sacri ed i principali edifici restituiti nella loro integrità”, di G. B. Agretti, è il 1840, con i 44 boschi sacri, i maggiori monumenti, e con i rovesci delle medaglie aventi il rilievo dei maggiori palazzi e della Basilica di  San Pietro.  In tal modo, come sottolinea Andrea Cantile, la mappa prefigura in un certo senso l’impostazione della mostra che alle planimetrie unisce le medaglie  in un unico contesto.

Siamo agli inizi del ‘900, di Reina, Barbieri e Cassinis “Media pars Urbis – Rilievo planimetrico ed altimetrico”, 1903-10, fotozincografia in cromo, 14 fogli  curati dall’Istituto geografico militare per l’Accademia dei Lincei, definito da Flavio Celestino Ferrante “mirabile esempio di precisione geometrica”  che iniziò con la mappa del Palatino cui seguirono le zone monumentali adiacenti.

E’ la vigilia del terzo millennio,  il cartografo Tommasi Ferroni con gli incisori Di Sciullo e Greco realizza l’incisione su rame ad acquaforte e bulino e stampa cartografica “Forma Urbis Romae. Pianta monumentale di Roma per il grande Giubileo del 2000”  la tecnica calcografica è antica e il linguaggio tradizionale, ma la tecnica è moderna, la città entro le mura è stata ripresa sempre “a volo d’uccello”, ma  con rilevamento aerofotogrammetrico, si distinguono chiaramente gli insediamenti recenti, sia religiosi, come la Sinagoga e la Moschea, sia civili come l’Aeroporto di Fiumicino e lo Stadio Olimpico, di San Pietro abbiamo un suggestivo ingrandimento “anticato”.

La mappa più recente esposta è l’“Ortofoto digitale a colori ad alta risoluzione della città di Roma”, una “ripresa aerofotogrammetria e ortorettificazione”  effettuata nel 2014 dal Consorzio Rilevamento Agricoltura  che occupa la parete all’ingresso alla mostra. Viene utilizzata per i controlli in agricoltura e l’Agenzia delle Entrate se ne avvale per individuare i fabbricati sconosciuti al catasto; siamo fuori dall’ottica giubilare ma, lo abbiamo detto, il sacro è unito al profano e non c’è nulla di più profano di controlli antievasione fiscale, anche se certamente  sono sacrosanti.

Nei coni per medaglie del Museo della Zecca la storia metallica dei Pontefici

Mentre nelle pareti spiccano le planimetrie che abbiamo sommariamente illustrato, le vetrinette espongono in successione i coni utilizzati nei secoli per le monete celebrative dei Giubilei. C’è una storia intrigante dietro questa preziosa raccolta del Museo della Zecca il cui primo nucleo si formò  nel 1796  con l’acquisto dai possessori Hamerari, da parte della Camera Apostolica,  della serie di coni realizzata fino ad allora con l’intento di realizzare una “storia metallica” dei Pontefici attraverso la serie di medaglie da coniare e vendere ad amatori e collezionisti per trarne utili. 

Il progetto non fu realizzato subito per le difficoltà insorte nel periodo napoleonico, finché intorno al 1920 il direttore della Zecca  di Roma Francesco Mazio sollecitò la creazione di un Gabinetto delle Medaglie a questo fine, e riuscì ad integrare la raccolta con  l’acquisto nel 1823 della collezione di altri 200 coni della Biblioteca Barberini operata dal proprio figlio  Giuseppe.  Nel 1824 le prima serie di medaglie, ciascuna di 572 pezzi,venivano immesse sul mercato accompagnate  da un Catalogo di 162 pagine con l’introduzione del direttore Francesco Mazio; era papa Leone XII succeduto l’anno prima a Pio VII che aveva favorito la realizzazione del progetto.

Dopo 25 anni, nel 1849 Giuseppe Mazio,  divenuto Direttore delle Zecche pontificie, nella relazione per il pro-ministro delle Finanze  poteva affermare che il Gabinetto numismatico era molto attivo e la vendita delle medaglie “era divenuta gradatamente un oggetto di grande entrata”.

Silvana Barbi De Caro ricorda i problemi generati dalle lacune nella successione di monete, spesso colmate in modi che rendevano sospettosi gli antiquari, già perplessi per i materiali diversi dagli originali utilizzati per i nuovo coni. Ma sottolinea giustamente quello che spesso  sfuggiva agli antiquari  alla ricerca del pezzo unico rigorosamente originale: “La valenza storica di un documento che, con le sue 572 medaglie iniziali e con i suoi successivi aggiornamenti fino al 1870, rappresentava una sintesi  straordinaria di cinquecento anni di vita della Chiesa di Roma”.

Questa sintesi straordinaria è sotto i nostri occhi, nella successione cronologica delle vetrinette che contengono non le medaglie ma proprio i coni originari. Vediamo così, da un Giubileo all’altro,  le raffigurazioni delle Porte Sante  chiuse e aperte, e  anche le scene del rito dell’apertura ,  “iusti intrabunt per eam”, con i Pontefici,  lo stuolo di dignitari e di fedeli inginocchiati dinanzi alle immagini sacre. L’apertura  avveniva con l’abbattimento del muro di mattoni, considerati  preziose reliquie dai fedeli  che si accalcavano per prenderli fino  a creare problemi di ordine pubblico.

E’ una galleria di grande significato storico e  valore religioso che riveste, con  la testimonianza tangibile,  per così dire, di dodici Anni Santi, da quello di Sisto V nel 1450, ai tre del XVI secolo, di Sisto IV, Alessandro VI, Giulio III,  ai quattro del XVII secolo, di Urbano VIII,  Innocenzo XII, e due volte Clemente X, ai tre del XVIII secolo, di Benedetto XIII, Benedetto XIV e Pio VI, fino all’Anno Santo del 1900 di Leone XIII.

Ma la “storia metallica” non si ferma qui, dalle Porte Sante e le scene liturgiche alle medaglie con le grandi opere per i Giubilei con le quali, osserva la Barbi de Caro, “la Roma dei papi cambia volto”.

La carrellata inizia con la medaglia di Innocenzo XII raffigurante San Pietro mentre guarda dall’alto Roma sullo sfondo con bene in vista la  Basilica a lui dedicata.  Una veduta di Roma quasi come una “guida tascabile” per i pellegrini è nella medaglia di Paolo III nella prima metà del XVI secolo., mentre di Sisto V vediamo una medaglia con la Vergine e quattro strade verso le basiliche. Un  secolo prima,  una medaglia di Callisto III con le mura di Roma fortificate

Del XVII secolo vediamo medaglie di Paolo V con la nuova porta vaticana “dell’Orologio” e   di  Alessandro VII  con Piazza del Popolo all’ingresso della regina Cristina di Svezia;  di Clemente IX con Ponte Sant’Angelo, in vista  le statue dei Santi del Bernini,  e  di Innocenzo X con la Fontana dei Quattro Fiumi, sempre del Bernini.

Prosegue la “storia metallica” attraverso medaglie con l’effigie dei Papi  sul recto e quella  di luoghi e monumenti sul verso, vediamo i busti di Pio IV con la chiesa di Santa Caterina de’ Funari e di  Innocenzo X con la chiesa di Sant’Agnese;  di Alessandro VI con la chiesa di Santa Maria della Pace di Pietro da Cortona, e  di Giulio II con Via Giulia;  di Innocenzo XII con il Palazzo della Dogana di Terra e  di Clemente X con lo scorcio di Palazzo Altieri;  di Clemente XI con la basilica di san Clemente e di Pio IX con la basilica di San Lorenzo fuori le mura. 

E poi i rovesci realizzati con i coni  raffiguranti le basiliche,   Santa Maria Maggiore nella medaglia di Leone XIII,  San Pietro in quella di Pio X, San Paolo nella medaglia di Pio IX, San Giovanni in Laterano in quella di Leone XIII.

Da ultimo le medaglie che raffigurano  le provvidenze predisposte per l’accoglienza dei pellegrini negli Anni Santi: con Urbano VIII il Palazzo dell’Annona e con Clemente XI i Granai di Termini; con Innocenzo XII e Clemente XI l’ospizio di San Michele a Ripa e l’Aula Clementina per il carcere minorile; l’Ospedale Santo Spirito con Alessandro VII, Leone XII,  Pio IX, e il San Gallicano con Benedetto XIII; l’ospedale San Giacomo degli incurabili  con Gregorio XVI.

L’attualità del Giubileo della Misericordia

Un panorama vasto ed articolato che dalla “storia metallica” ci riporta all’attualità del Giubileo della Misericordia che ha costituito l’occasione per questa inusitata rassegna retrospettiva.

Mons. Libero Andreatta, vis presidente e Amministratore Delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi,  nel presentare la mostra sottolinea l’unicità  del  presente Giubileo, “straordinario  perché indetto per richiamare la Chiesa alla sua missione prioritaria di essere esempio e testimone della Misericordia del Padre”.   E’ questo “un sentimento da vivere per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre”, e se verrà tradotto in azioni concrete “riuscirà a travolgere , come lava incandescente, la percezione che ogni uomo ha dell’altro da sé”.

Il prelato  concludere così: “Il Giubileo che ci apprestiamo a vivere, diversamente da quelli precedentemente indetti e magistralmente raccontati da questa mostra, forse non trasformerà il tessuto urbano di questa eterna città, ma darà muova forma a quella pregiata stoffa che è l’umanità. In ciò risiede la forza pervasiva che sarà capace di segnare la nostra storia”. 

Nell’Enciclica “Evangelii gaudiun” si legge: “La Chiesa vive un desiderio inesauribile di offrire Misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’inesauribile Misericordia  del Padre e la sua forza diffusiva”. Il Giubileo straordinario è l’occasione di metterlo in pratica per contrastare la “globalizzazione dell’indifferenza” in un mondo sempre più chiuso, tormentato e smarrito.

Info

Complesso del Vittoriano, Ala Brasini, via San Pietro in carcere, lato Fori Imperiali. Tutti i giorni, compresa la domenica, ore 7,30-19,30, entrata fino a un’ora prima della chiusura. Ingresso gratuito. Tel. 06.6780664, 06.69923801; fax 06.69200634.. www.comunicareorganizzando.it. Catalogo “Roma tra Mappe e Medaglie. Memorie degli Anni Santi”, a cura di Silvana Balbi de Caro, novembre 2015, pp. 128, formato 21 x 29,5, dal Catalogo sono tratte le citazioni  del testo. 

Foto

Le immagini sono state ripreseda Romano Maria Levante alla presentazione della mostra nel Vittoriano, si ringrazia “Comunicare Organizzando” di Alessandro Nicosia, con i titolari dei diritti, per l’opportunità offerta. In apertura, una veduta d’insieme delle vetrine con i coni per le medaglie; seguono,  le prime tre vetrine con i coni per le medaglie, e di E. Du Pétrac-A Lafréry, “Le sette chiese di Roma”, 1975, incisione su rame; poi, la vetrina con i coni per le medaglie sulle Basiliche papali, e la speciale Mappa all’ingresso della mostra; quindi, la vetrina con i coni per le medaglie sulle chiese di Roma, e  una serie di immagini e Mappe di Roma; inoltre, la vetrina con i coni per le medaglie sui palazzi del potere, e una vetrina con le monete dell”800 “; in chiusura, una veduta finale delle vetrine con i coni per le medaglie