Premio Montale a Emanuele, 1. La poesia specchio di tante vite

di Romano Maria Levante

Il Premio Montale “Fuori di casa” 2019, Sezione Mediterraneo per la Poesiaè stato conferito a Emmanuele Francesco Maria Emanuele con una cerimonia svoltasi a Roma, al Palazzo Althemps, l’11 aprile 2019.  Lo hanno presentato Daniela Porro, direttrice del Museo Nazionale Romano, di cui fa parte lo storico palazzo,  con la presidente del Premio Adriana Beverini che ha letto la motivazione  e la vicepresidente Barbara Sussi.  A Emanuele  è stato consegnato anche un riconoscimento artistico creato per lui da Piero Colombani, pittore e miniatore artistico, con una “E miniata”, da un capoverso del “CodexColombanus” del periodo Alto Medievale con influenze celtiche-longobarde.  Nel corso della manifestazione sono state lette sue poesie da  Anna Rita Chierici, attrice che ha recitato anche con Vittorio Gassman, di cui è stata allieva, e Giorgio Albertazzi, e regista di spettacoli di poesia e musica con grandi poeti italiani, da Mario Luzi ad Elio Pecora. Poesie sono state lette da persone a lui vicine, tra cui Vincenzo Mascolo, curatore dell’annuale maratona poetica “Ritratti di Poesia”, di cui Emanuele è  l’ideatore e promotore. Evento patrocinato dalla RIDE, Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo e la Fondazione Anna Lindh, e realizzato dalla Associazione Percorsi con Alice Lorgna per il  Premio.  

http://blognew.aruba.it/blog.arteculturaoggi.com/gallery//uid_16a3b248753.jpg

Il Premio e la sua motivazione per una vita inimitabile

Una sala molto affollata, nel complesso monumentale di Palazzo Althemps  con la sua straordinaria collezione di sculture, ha partecipato alla premiazione, tanti i personaggi e gli estimatori, testimoni della vita  di Emanuele, intensamente  impegnata su  campi di attività  molteplici e diversi con risultati  prestigiosi, tali sono i successi e i riconoscimenti di tutti i tipi che non è possibile citare nemmeno sommariamente tanto sono numerosi.

Riteniamo però di dover almeno contarli, nei diversi campi, per dare corpo alla nostra definizione di “tante vite”  e poter valutare il senso del Premio Montale all’attività poetica che ne è espressione. Ecco i numeri che si ricavano dalla sua biografia: Lauree Honoris causa 3, Docenze 10  in materia  tributaria, finanziaria e di politica economica, campi nei quali ha prodotto 8 pubblicazioni in forma di trattati,  e ha svolto una attività professionale di avvocato cassazionista, commissario e liquidatore, tra i principali soggetti del lavoro giudiziale  4 ministeri e 15 grandi gruppi industriali; Attività nei Consigli di amministratore, in 12  consigli universitari,  5 da presidente, in 33 consigli di aziende in diversi settori produttivi, 5 da presidente,  in 21 consigli artistici e culturali, 9 da presidente. Membro di 6 associazioni internazionali rotariane, 5 religiose, 9 culturali, 12 istituzionali.   

Ed ora i riconoscimenti: 5 cittadinanze onorarie, 2 onorificenze statuali e 7 di ordini religiosi e cavallereschi; 4 premi per il campo economico e politico,  26   per le attività culturali, 7 per sanità e ricerca scientifica, 15  premi nel campo della filantropia e solidarietà. E’ anche un uomo di sport: dopo un’attività agonistica con risultati di prestigio soprattutto nella scherma, nel canottaggio e nella pallanuoto, partecipazione da dirigente  a 25 federazioni e circoli anche in altri sport,  rugby e golf, vela e caccia, automobilismo, nella scherma ha avuto 7 premi da dirigente, mentre nell’equitazione ha ricevuto anche il premio per il miglior allevatore di cavalli spagnoli, la sua famiglia ha una discendenza spagnola e meridionale dal 1263, di qui il suo impegno come per la natia Sicilia.

La sua poesia è lo specchio di questa vita inimitabile, e non lo diciamo riferendoci al personaggio cui tale qualifica è stata attribuita –  che ha vissuto con la moglie Maria Harduin  nel palazzo Althemps, nella cui cappella fu celebrato anche il matrimonio – “D’Annunzio, l’uomo, l’eroe, il poeta”, cui nel 2001 Emanuele dedicò la mostra così intitolata alla  Fondazione Roma; lo diciamo pensando solo  a lui che,  come abbiamo appena documentato, ha raggiunto vertici di eccellenza in campo giuridico e finanziario, accademico e imprenditoriale, spaziando dai settori industriali alla promozione artistica, si è segnalato nello sport  prima a livello competitivo, poi a livello dirigenziale, sempre in più discipline.  

http://blognew.aruba.it/blog.arteculturaoggi.com/gallery//uid_16a3b2106e6.jpg

Abbiamo lasciato  per ultime per sottolinearle maggiormente le attività assistenziali, l’impegno concreto per i malati e i bisognosi di aiuto. Il suo non è  l’atteggiamento caritatevole da élite nobiliare, è anche barone,  è molto di più e di più efficace: l’azione di un imprenditore che mobilita risorse ed energie con gli strumenti più avanzati della scienza e della pratica manageriale. Lo fa con l’assistenza, come con l’arte, su cui ha scritto un trattato teorico-pratico “Arte e Finanza”, che si è aggiunto ai trattati in Scienza delle Finanze e ai saggi sull’Economia Pubblica, campi delle sue docenze.   

Inimitabile questa vita, dunque, non nel senso immaginifico dannunziano, ma nel senso di  multiforme, poliedrica, impegnata indefessamente con successo su tanti fronti mirando sempre a un risultato concreto, a vantaggio di volta in volta della cultura e della salute, dell’arte e del territorio: in particolare per la sua Sicilia, rimastagli nel cuore, ma anche per Roma alla quale le mostre da lui realizzate hanno dedicato particolare attenzione, presentando l’arte concepita e vissuta nella città.

Come si colloca la poesia in questo percorso di vita lo ha delineata la motivazione del Premio conferito all'”uomo dal ‘multiforme ingegno’ che ha saputo esprimere in una lingua poetica, cui si riconoscono caratteristiche di chiarezza e genuinità, il lungo viaggio della sua vita, ricca di molteplici esperienze, amori, impegno sociale, tante e diverse passioni”. La motivazione così prosegue: ” Una poesia la sua, in cui nostalgia e malinconia per il tempo che scorre, portando con sé affetti, amicizie, memorie di un’infanzia quasi mitica nel ricordo di una giovinezza vissuta quasi di corsa verso sempre nuove conquiste, convivono con una forza vitale e un’inesausta energia creatrice di cui fanno testimonianza le innumerevoli attività sociali, economiche, culturali e artistiche da lui gemmate nei Paesi del sud Italia e del bacino del Mediterraneo”. 


 Torna il mare su cui si affaccia la sua Sicilia nella motivazione e nella sezione del premio, come era presente nella Fondazione Terzo Pilastro -“Mediterraneo”, della sua presidenza dopo quella della Fondazione Roma, ora onoraria; diciamo “era” perché è stata sostituita dalla parola “Internazionale” nella globalizzazione dell’assistenza come della cultura e dell’arte.  E anche della poesia, se la “maratona poetica” – da lui ideata nel 2006 e realizzata finora puntualmente per 13 anni – ha conferito nello scorso febbraio alla sudafricana Ingrid de Kock il premio per la poesia internazionale, definita “poesia sconfinata”, sezione che presenta sempre poeti di ogni latitudine..

Nel suo  intervento al conferimento del premio si è rivolto alla presidente Adriana Beverini, che lo ha definito “uno dei personaggi più interessanti del nostro tempo, un uomo d’azione ma anche un poeta” aggiungendo: “Credo che solo il verbo greco ποιείν, da cui deriva anche la parola poesia, sappia esprimere pienamente la sua visione della vita”; e anche alla Direttrice del Museo Romano Daniela Porro, prestigiosa padrona di casa che ha avuto per lui parole di  pari ammirazione, mentre per la Vicepresidente Barbara Sussi c’è stato anche l’abbraccio finale. Ma non ha omesso di ringraziare i tanti compagni di viaggio presenti, come Vincenzo Mascolo, instancabile curatore dei “Ritratti di poesia” che, come accennato all’inizio, gli ha reso omaggio leggendo una poesia. 

Ma torniamo alla sua poesia che abbiamo indicato come “specchio di tante vite”, le sue come interprete sensibile e appassionato, e  quelle su cui si è posata la sua attenzione, natura compresa, in particolare nella sua terra  e nelle tante terre dove lo ha portato la sua attività senza confini.

E’  una poesia che si è espressa attraverso 4 preziosi libri, i cui titoli dicono già tanto:  “Un lungo Cammino” 2008, Premio Margutta nel 2009; “Le Molte Terre” 2009, Premio Letterario Internazionale Mondello-Premio Speciale del Presidente della Giuria e Premio Laurentum nel 2010;  “La Goccia e lo Stelo” 2013; “Pietre e Vento” 2016. Letture poetiche, oltre a quella attuale per il Premio Montale, ci sono state, in occasione di eventi a lui dedicati, nella sua Sicilia a Gibellina ed Enna nel 2017, vicino Roma a Monte Porzio Catone nel 2018; inoltre nel cortometraggio “Mondi concentrici”, presentato nell’XI edizione dei “Ritratti di Poesia” del 2017, in cui celebri attori leggevano le sue poesie in ambienti naturali e artistici che facevano da sfondo ai contenuti poetici. E non solo, citeremo tra poco la suggestiva lettura poetica teatrale a Roma nel 2010.

L’ulteriore sigillo dato dal premio Montale ha commosso il premiato in un modo inatteso per chi sa che è abituato a ricevere riconoscimenti di ogni tipo e in tanti campi;  ma non per chi lo ha visto commuoversi in altre circostanze. La molla è stata la poesia, la sua poesia, ancora una volta premiata, e allora sentiamo di dover penetrare nei motivi autentici che la animano, le fonti di ispirazione che ne allargano gli orizzonti e danno ai  versi un respiro profondo. Come espressione di una acuta sensibilità personale, ma anche di una più vasta condivisione di accenti, sono poesie che si aprono alla natura, alla vita, e assumono forme e contorni spettacolari.

Tanto spettacolari da essere state oggetto della lettura poetiuca teatrale, cui abbiamo accennato, al Teatro Quirino in una serata nella quale sullo schermo venivano proiettate le immagini evocate da versi in cui c’erano tutti i colori e i sapori che la natura non mancava di offrire e il poeta era pronto a cogliere come riflesso dei suoi pensieri.

Era il 20 ottobre 2010, a quella serata vogliamo tornare in tutta la sua suggestione dando conto delle nostre sensazioni e delle nostre impressioni senza nulla omettere di qualcosa che fu indimenticabile: al Quirino la poesia di Emanuele diventava teatro.  

Al Quirino con la poesia di Emanuele quasi dieci anni fa

Fu una serata speciale, non una delle consuete letture poetiche, ma qualcosa di diverso, anzi molto di più. Sarà stato il palcoscenico, al posto delle normali sale utilizzate per tali occasioni, sarà stato il buio della platea e l’occhio di bue sul lettore di turno, saranno stati gli attori di grido che si sono succeduti alla ribalta a dare la marcia in più alla serata. Ma questi ingredienti scenici erano il contorno  del piatto forte: la poesia di Emanuele resa ancora più viva dalle  immagini sullo schermo.

Non un semplice sfondo, ma un vero controcanto con le emozioni visive a corredo delle parole e relativa musica. Un abbinamento che non era mai capitato di vedere con toni e stimoli così suggestivi, in grado non solo di rendere i luoghi e gli ambienti, ma anche di interpretare l’animo del poeta. Di volta in volta sferzato dal vento o abbagliato dalle luci, nel rincorrersi tra montagne che il vento aveva scavato creando immagini antropomorfe o tra le acque impetuose, le sabbie e i vulcani, i declivi e gli abissi. Che erano poi le discese e le risalite, le cadute e i voli del canto poetico. 

E’ stata una fortuna assistere a questo spettacolo, con l’ulteriore fortuna di poterlo vivere a fianco di Giuliana Lojodice, e nell’attesa rievocare con lei il mitico sceneggiato “Una tragedia americana”, il suo personaggio di Roberta, antagonista di Sondra, la sfavillante Virna Lisi verso la quale l’attrice aveva parole di ammirazione; e poi gli “Oscar del teatro” di cui è stata protagonista e tanti momenti della carriera di una interprete e di una coppia straordinaria, Giuliana e Aroldo Tieri.

Sceso  il buio in platea, davanti a due leggii posti agli estremi del palcoscenico, si avvicendavano gli attori, e che attori! Paola Gassman e Ugo Pagliai, Geppy Gleijeses e Marianella Bargilli, due coppie molto affiatate, una staffetta di generazioni. Diversi stili interpretativi, che segnavano cambi di tonalità e di espressione, quasi a voler marcare i vari momenti vissuti dal poeta e l’onda di sentimenti che ne scaturiva: il tono pacato e sommesso, tutto interiore di Ugo Pagliai e gli acuti appassionati di Paola Gassman, il vigore e l’intensità interpretativa di Geppy Gleijeses e la leggiadra freschezza vocale e scenica di Marianella Bargilli.  

Ogni poesia segnava la fine di un quadro, l’attore tornava dietro le quinte ed entrava in scena il successivo dal lato opposto del palcoscenico; nessun contatto, non era come la staffetta di tipo calcistico dei “Tre tenori”. Una “ronde” incessante di cui si può intuire il ritmo tenendo conto della brevità delle poesie di Emanuele, essenziali nello scolpire le immagini con poche icastiche parole.  

Se quelle di Calder, esposte nel 2009  al “Palazzo delle Esposizioni” – nella mostra organizzata da  Emanuele  come presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo – erano “sculture d’aria”, le immagini create dalla sua  poesia erano di volta in volta sculture di vento e di sabbia, di mare e di cielo, sentimenti scolpiti nella natura e dalla natura che li plasmava. Come ciò potesse avvenire lo si vedeva dalle immagini proiettate, una filmografia dei moti dell’animo. Quando Gleijeses alla fine presentò, per l’applauso del pubblico, Paolo Calafiore autore del filmato – oltre a Ludovico Einaudi per le musiche e altri operatori – Emanuele disse: “E’ l’Africa come la ricordo io, l’altopiano è riportato com’era e com’è nelle mie poesie”. 

La cornice statuaria di Palazzo Althemps

Non sono “sculture d’aria” quelle del Palazzo Althemps, nella sala della premiazione ce ne sono due, una imponente gruppo statuario al centro e un grande rilievo scultoreo in fondo. Ma basta girare per le altre sale che ci si immerge in una foresta marmorea  quanto mai vasta,  nella collocazione magistrale in altrettanti ambienti, ciascuno con una peculiare caratteristica. 

Del resto,  le statue all’ingresso e nel vasto cortile con gli ordini di arcate configurano un insieme organico di statuaria antica che lascia senza parole.  Sono i risultati di un collezionismo attento e appassionato, che consentì alle grandi famiglie di  riunire vaste raccolte di capolavori.  

Le opere che si trovano nel Palazzo Althemps provengono dalle famiglie Althemps e Boncompagni, Ludovisi e Mattei, ci sono anche i rilievi marmorei Brancaccio e De Drago e dal 2013 è esposta la collezione di archeologia di Evan Gorga, collezionista del ‘900, accanto ai citati grandi collezionisti del ‘500-‘600. Tra  i tanti reperti colpiscono in modo particolare: nella loggia  i Ritratti dei dodici Cesari e nella sala affrescata con le Storie di Mosè, il celebre Trono Ludovisi con la nascita di Afrodite; nella sala decorata di pitture,  le statue di Hermes, Esculapio, Eracle; nella sala del Galata, con il monumentale camino marmoreo, il Sarcofago Grande Ludovisi con la vittoria dei romani sui barbari, il Galata suicida, Afrodite e Amore e Psiche; scendendo, nello scalone del secondo piano il Togato e, nel porticato del cortile,  Menade, Ercole seduto,  Demetra e l’Atleta in riposo. 

Al contrario di tante  latitanze e inadempienze delle istituzioni pubbliche possiamo annoverare la positiva acquisizione di Palazzo Althemps  avvenuta nel 1982 da parte dello Stato per l’allora Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, cui è seguito il restauro ad opera della Soprintendenza Archeologica di Roma per farne la sezione di Storia del collezionismo del Museo Nazionale Romano. L’apertura al pubblico si fece attendere per 15 anni, fu aperto il 16 dicembre del 1997;  infine, sia pure 10 anni dopo, nel 2008 è stata completata l’acquisizione dell’ultima ala del Palazzo.   

Ci siamo soffermati sulle sculture della collezione dell’Althemps  avendo visitato al termine l’intera esposizione che è stata  la cornice di valore impagabile alla premiazione, aggiungendo cultura a cultura, arte ad arte, emozione ad emozione, e non esageriamo, è la nostra impressione immediata e autentica. Per questo inseriamo una serie di immagini, da noi riprese a fine premiazione, come corredo illustrativo di alto valore simbolico in aggiunta alle istantanee  riprese durante la cerimonia.

D’altra parte Emanuele, tra le tante realizzazioni, ha al suo attivo  di aver organizzato la collezione permanente della Fondazione Roma a palazzo Sciarra con 316 opere e 2600 medaglie e monete papali del ‘400 nella diverse sale dell’antico palazzo; mentre ha trasformato Palazzo Cipolla, in passato destinato all’attività creditizia, a sede espositiva, è nato così il “Museo del Corso”.  Anche per questo è stato molto appropriato che la premiazione si sia svolta in una delle più prestigiose sedi espositive e monumentali del Museo Nazionale Romano, con l’intervento della sua Direttrice.

Ma non finisce qui il nostro resoconto. Ci tornano  in mente le parole che  Maria Luisa Spaziani rivolse ad Emanuele nella lontana serata al Quirino, non possiamo non ricordarle, il loro valore è accresciuto ora che la poetessa non c’è più, perché parlano della sua poesia, ma anche della poesia in generale come un testamento spirituale; come  non possiamo rinunciare a  ripercorrere il “lungo cammino” evocato dai  versi di Emanuele sulla sua terra e sulla sua vita  Lo faremo prossimamente.

Info

Palazzo Althemps, Roma, piazza di Sant’Apollinare. 46. Il secondo e ultimo articolo sulla premiazione  di Emanuele uscirà in questo sito il 20 aprile 2019 con altre 13 immagini..Cfr, i nostri articoli: sugli annuali “Ritratti di Poesia”, in questo sito,  alle date  del 17 febbraio 2019, 1° e 5 marzo 2018, 13 marzo 2017, 19 febbraio 2016, 15 febbraio 2013; in fotografia.guidaconsumatore,  il 30 gennaio 2012; in cultura.inabruzzo.it,  il 9 maggio 2011; sulla serata teatrale citata nel testo, in cultura.inabruzzo.it, “Quirino, la poesia di Emanuele diventa teatro”, 24 ottobre 2010 (i due ultimi siti non sono più raggiungibili, gli articoli saranno trasferiti su altro sito).

Foto

Le immagini della premiazione e delle opere statuarie sono state riprese da Romano Maria Levante a Palazzo Althemps la sera della consegna del Premio, si ringrazia l’organizzazione del Premio Montale e la direzione del Museo Nazionale Romano per l’opportunità offerta.  Le prime 2 immagini sono sulla premiazione, con Emmanuele F. M. Emanuele, alla sua sin. la presidente del Premio Adriana Beverini, alla sua dx la vicepresidente Barbara Sussi,  le 2 successive sono sulla lettura poetica, nella 3^ Barbara Sussi, nella 4^ Anna Rita Chierici; nella 5^ una visione della sala, nella 6^  il Gruppo scultoreo al centro della sala; dalla 7^ alla 11^ immagini della collezione statuaria di Palazzo Althemps; le ultime 2 immagini sono sul  Palazzo, nella 12° una visione del cortile interno, nella 13^ una visione di Palazzo Althemps dall’esterno.   

http://blognew.aruba.it/blog.arteculturaoggi.com/gallery//uid_16a3b27e839.jpg